Riprende l’ormai consueto appuntamento de “I Venerdì di Propaganda: temi e autori”, la serie di incontri culturali organizzati dalla Libreria Editrice Vaticana presso il proprio punto vendita di Via di Propaganda 4 a Roma, a un passo da Piazza di Spagna. Il primo incontro di questa nuova stagione si svolgerà venerdì 31 ottobre alle ore 17.30, con padre Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, che presenterà i due nuovi volumi su Paolo VI da lui curati, pubblicati dalla LEV in occasione della beatificazione di Papa Montini.
Il primo s’intitola Pregare è bellezza e raccoglie le preghiere composte dal Pontefice, sia per occasioni particolari, o come semplici invocazioni che costellano le sue catechesi. Paolo VI sosteneva che “la preghiera è non solo un dovere, ma un’arte, e arte di grande qualità” afferma padre Sapienza. “In Paolo VI – prosegue – abbiamo visto un uomo di preghiera, di profonda, personale, direi mistica preghiera. Non si può rimanere indifferenti davanti alle immagini di Paolo VI in ginocchio nel Cenacolo, o davanti alla Porta Santa in San Pietro; o mentre legge la straziante preghiera per Aldo Moro; o nel vederlo celebrare l’Eucaristia (…) E non si può rimanere insensibili davanti alle catechesi sulla preghiera e ai testi composti da Paolo VI.
Testi che rivelano come il segreto della sua profonda spiritualità è racchiuso nella vita di preghiera”. Da tutte le sue preghiere, nota il curatore, “traspare lo spirito profondamente religioso di Paolo VI, e il suo amore appassionato a Dio, a Cristo, alla Madonna, ai Santi”. L’opera è impreziosita dalle riproduzioni di diverse pagine autografe dello stesso Pontefice e si conclude con una rassegna di brevi pensieri, sempre dedicati al tema della preghiera.
Il secondo volume è La civiltà dell’amore. Paolo VI parlò per la prima volta della “civiltà dell’amore” il giorno di Pentecoste del 1970. “Papa Montini – ricorda padre Sapienza in apertura di quest’opera antologica, che riunisce tutti gli interventi nei quali Papa Montini fa riferimento alla ‘civiltà dell’amore’ e ai valori ad essa collegati – aveva il dono di esprimere le sue intuizioni più ricche in formule lapidarie che rimangono ancora fresche nella nostra memoria”.
“Come spiegare il successo di questa espressione se non per il fatto che Paolo VI era riuscito a farsi il fedele interprete delle maggiori aspirazioni dei suoi contemporanei?” si domanda padre Sapienza. “Forte nella sua fede in Cristo – è la risposta – Paolo VI ha proposto per il nostro tempo più che una utopia; il suo progetto di una civiltà dell’amore continua a stimolare i cristiani che, nel rispetto delle libertà, offrono al nostro tempo un generoso ideale per il futuro delle culture”.
Un invito, quello a costruire la “civiltà dell’amore”, che ritornerà più volte nel magistero di Paolo VI, e che è rivolto ai giovani, che saranno in futuro i responsabili delle grandi decisioni nel mondo; agli uomini e alle donne, che sono oggi i responsabili della vita sociale; alle famiglie e agli educatori, agli individui e alle comunità.