Essere pronti a vedere e a giudicare

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Lc 12,39-48

Lettura

L’immagine del padrone di casa che non si lascia scassinare la casa dal ladro che viene di notte richiama due note specifiche. Una riguarda la nostra vita: quando il Signore potrebbe essere temuto come un ladro? Quando non si è vigilanti e attenti a come la proposta cristiana può inserirsi nel presente che viviamo. La seconda nota sottolinea che queste condizioni di testimonianza o di critica, si presentano all’improvviso, non previste, non cercate.

Meditazione

Una consorella chiese a santa Teresina morente se non avesse paura del ladro, lei rispose che non aveva paura perché, anzi, lo aspettava. L’altro significato del richiamo di Gesù è invito a riflettere per comprendere qual è la volontà sua, quale il disegno complessivo che Egli porta a compimento. La risposta umana allora diviene capace di cogliere il “tempo favorevole”. È detto per Gerusalemme: «… se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma è nascosto ai tuoi occhi». È detto per ciascuno di noi: «io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui» (Ap 3,20). La domanda di Pietro introduce il tema delle responsabilità. La risposta di Gesù dice che la parabola dei servi è detta da Gesù per tutti. La forte sottolineatura del “noi”, con la figura dell’ “amministratore fidato e prudente” (v. 42) messo dal padrone “a capo della sua servitù”, mette in chiaro il compito di ciascuno di noi. In qualche misura infatti ognuno ha responsabilità di “dare la razione di cibo a tempo debito”. Può essere una vera responsabilità di dare cibo o bevanda, può essere la responsabilità di un consiglio, di una parola, di un gesto di tenerezza. Insomma, a diverse responsabilità corrispondono diversi livelli di impegno. Il Signore formula poi una singolare ipotesi, e cioè quella di un servo che, “non conoscendo” la volontà del padrone, “avrà fatto cose meritevoli di percosse”, questi “ne riceverà poche”. Sembra qui di poter cogliere una dilatazione della responsabilità del servire anche al di là dell’orizzonte della fede professata: è questo il significato del “non conoscere la volontà del padrone”? Se è plausibile questa ipotesi, vuol dire che oltre a coloro che esplicitamente e ufficialmente portano grandi responsabilità, tutti in qualche modo siamo responsabili… persino chi è fuori dall’orizzonte della fede consapevole.

Preghiera

Rendimi attento, o Signore, ai segni del tuo Regno che mi è dato di incontrare: gesti di giustizia, responsabilità vissuta, disponibilità a servire.

Agire

Mi impegno oggi a compiere un gesto di attenzione a chi mi ha chiesto un consiglio, a chi è incerto o sfiduciato. È una responsabilità che il Signore mi ha affidato.

Meditazione a cura di mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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