A poche ore dall’annuncio del programma ufficiale del viaggio di papa Francesco in Turchia, già fioccano le richieste di partecipazione alla Santa Messa che il Pontefice celebrerà alla cattedrale dello Spirito Santo di Istanbul.
Secondo quanto riferito all’agenzia Adnkronos dal parroco della cattedrale, padre Nicola Masedu, la chiesa “non è la più grande della città e ha posti limitati, ma già arrivano decine di richieste”.
Il sacerdote salesiano, di origini sarde, missionario in Turchia da una cinquantina d’anni, ha aggiunto: “Tremo all’idea che possa esserci malcontento”.
I dettagli della visita del Papa a Istanbul e ad Ankara, “devono ancora essere definiti e un comitato apposito si riunirà giovedì qui in Turchia. In seguito arriverà, per la seconda volta, una delegazione da Roma”, ha proseguito padre Masedu, auspicando un evento all’insegna della “pace” e della “fratellanza”, in un paese a larghissima maggioranza musulmana.
Tale messaggio “arriverà anche alle migliaia di profughi cristiani iracheni” rifugiatisi in Turchia dalle persecuzioni jihadiste. “Per loro la vista del papa sarà incoraggiante. Sanno che il pontefice si interessa a loro e conosce le loro vicissitudini”, ha commentato il parroco.
Con riferimento alla tradizione di viaggi pontifici, inaugurata da Paolo VI, padre Masedu ha dichiarato che “il legame tra il Vaticano e la Turchia è particolarmente solido” e che “per questo ci aspettavamo che presto anche papa Francesco sarebbe venuto”.
Il Papa più legato alla Turchia è stato comunque San Giovanni XXIII, che quando era delegato apostolico in Turchia “era contento di essere considerato un amico dai turchi grazie al suo approccio semplice e non tradizionale, che univa e non allontanava”.
Un altro momento saliente della visita di Francesco saranno il suo nuovo incontro con il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, a cui il Papa manifesterà “stima, amicizia e fratellanza” e quello con le autorità musulmane.
In conclusione, il parroco della cattedrale dello Spirito Santo, ha sottolineato che “papa Francesco non viene in Turchia a fare proselitismo”, ma a portare “un messaggio di amicizia e fratellanza”.