Alla fine della Messa celebrata di fronte a otto suore, mi viene detto che sette non hanno sentito le parole dell’omelia e che una alla volta volevano venire in sacrestia a farsele ripetere. L’ottava suora non è venuta a fare questa richiesta perché ha capito bene ciò che ho detto… tanto da rimanerne stupita.
Proprio quello stupore ha incuriosito le altre che ho potuto ricomporre ancora sui banchi invitando a parlare quella che aveva capito. Con commozione più che con la voce, ha ripetuto e soprattutto vibrato con il cuore il pensiero fondamentale…
Anch’io mi sono soffermato e ho ascoltato con interesse l’esatta ripetizione; ma arricchita dallo stupore d’una esperienza.
Aiutata dall’apporto di un buon microfono, ma particolarmente dal megafono della testimonianza, si è fatta capire dalle consorelle. Io stesso ho imparato che per trasmettere e aiutare a cogliere il messaggio dell’amore di Dio è proprio importante avere una buona voce, ma risulta determinante l’apporto del cuore di chi trasmette, soprattutto se arricchito dalla risonanza della vita vissuta.
Com’è vero, mi sono detto, che altro è trasmettere il vangelo leggendolo, altro è assaporare la novità della Parola di Dio se è narrata da chi la testimonia.
La Parola può essere decisamente coinvolgente e illuminata se condivisa in una comunità. Al cuore dei partecipanti arriva amplificata dal megafono della comunione.
Ciao da p. Andrea
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