Una telefonata. – Dove sei? – mi domanda Emilio. – Sono in treno; sto andando a Feltre…
Passando per Camposampiero, se hai un’oretta di intervallo, ti vengo a prendere alla stazione e pranzi con noi. Detto e fatto.
Dopo nemmeno un’ora, alla stazione scendo e incrocio il sorriso accogliente e soddisfatto di Emilio: “Vedrai che la fantasia di mia moglie ti ha preparato un pranzetto speciale con il piatto forte, quello delle occasioni…particolari.”
Entro in casa, Emilio si precipita sul piatto delle verdure per poi liberare il pesce dal sale, saluto Emma che con un sorriso mi mostra le mani impegnate ad impanare la “specialità”… mentre arriva Giovanna con il piattino di dolci ancora caldi, la Serena, dalla stanza di studio, mi raggiunge con un “ciao”.
Li contemplo tutti e quattro, a spadellare nei pochi metri quadri della cucina, gioiosamente silenziosi e solerti a prepararmi, in poco tempo, “la specialità” – “il piatto forte”.
Pur gradendo le meraviglie messe in tavola, pur godendo delle attenzioni diversamente manifestate da ognuno di loro, per me il piatto forte era già servito nel momento in cui, seduto a capotavola, mi saziavo della loro serena armonia, della solerzia con cui mi servivano. Ho smesso la veste dell’ospite e mi sono sentito a casa mia. Ho ricevuto una meravigliosa lezione: tutta la famiglia armonizzata dal servizio al prossimo.
Ma, domanderebbe qualcuno, dove va a finire la “personalità” di chi serve?
Prova a domandarlo al sale che ti risponderebbe: “La mia personalità va a sciogliersi nella minestra di casa per riemergere come gusto e sapore della vita di famiglia”.
Ciao da p. Andrea
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