Il TG della sera e i titoli dei giornali la mattina sono il segno più evidente di un uomo, che si lecca le ferite e impoverisce il suo futuro. Ciò che in passato si presentava come vera conquista, oggi viene fuori nelle peggiori dinamiche e prospettive. Tanto è vero che aumentano i poveri; le violenze e le guerre in più parti del pianeta; i casi di bullismo brutale; gli omicidi tra le mura domestiche; i disastri ambientali con gravi conseguenze per le comunità, come a Genova, Parma e altre località del centro nord; gli spettacoli indecorosi dentro le istituzioni; le incertezze per un domani migliore. Potrei continuare. Mi fermo qui. È già a tutti chiaro che le ricette avanzate, dai vari responsabili nei mille talk show quotidiani, servono solo ad accrescere l’intensità del “fumo”, già denso nella testa di chi ascolta. Una minaccia indefinita è dietro l’angolo! La storia ci insegna che dinnanzi ai fallimenti così evidenti, le soluzioni non sono mai ragionate o equilibrate, tutt’altro! Le reazioni “di pancia” si affidano sempre a comportamenti fuori di ogni assennato controllo e pronte ad incoronare il Masaniello di turno. Cambieranno così gli attori principali. Si avrà la sensazione di una nuova partenza, con riformate modalità, ma senza mettere in discussione l’uomo nel suo comportamento privato e sociale. La Chiesa di Papa Francesco dovrà molto lavorare per illuminare la mente degli uomini. Dovrà inoltre, come oggi sta facendo, guardarsi all’interno; estirpare la gramigna; rilanciare la Parola in ogni angolo del mondo, servendosi anche dei laici in cammino, capaci di amare il prossimo e non di vergognarsi del vangelo. Non c’è a mio avviso altra strada per giungere al cuore del problema.
Quest’ultimo Sinodo dei Vescovi è entrato a pieno titolo in una idea di religione che ascolta il mondo, che scruta i cambiamenti e che ne coglie l’anima, per aiutare il mondo a non cadere nel relativismo più bieco. Oggi il concetto di religione è stato stravolto dai novelli farisei, che sfuggono la verità del Figlio dell’Uomo per non arrossire dinnanzi allo specchio della propria coscienza. Scrive il teologo Mons. Costantino Di Bruno: “Il male dei mali, il peccato dei peccati è sempre uno: la trasformazione della religione in ipocrisia, in farsa, in recita, in struttura esterna, a servizio di pochi per l’oppressione di molti. La religione è luce. Se viene trasformata in tenebre oppressive è l’aberrazione. Non esiste nefandezza più peccaminosa e più devastante di essa”. Lo stesso sacerdote suggerisce la strada per diventare discepoli del Signore e dar vita così ad una stagione di fede, in cui sia possibile prestare a Dio la propria vista, la parola, la bontà, la tenacia e anche le proprie orecchie, perché si diventi veicolo del cielo e si lavori per convertire l’umanità. Ognuno potrà essere un buon seguace di Gesù Signore, se quotidianamente opererà nel suo corpo ben cinque estirpazioni: quella degli occhi, della lingua, del cuore, della volontà, dell’udito. Non c’è da sorridere, né da spaventarsi. Non è un’autoflagellazione medievale, né una privazione delle bellezze della vita. Si tratta di una rivoluzione interiore nella più piena libertà individuale, per assaporare la grandezza del cielo e ben governare se stessi e la realtà attorno, senza divenire schiavi di una società che ormai controlla anche il respiro.
Seguendo il pensiero di mons. Di Bruno capiamo che l’”estirpazione” degli occhi è necessaria perché nulla si veda secondo gli uomini, ma tutto invece venga visto secondo Dio. Avere una visione divina della storia che ci circonda è più che indispensabile, per non correre il rischio di prendere la spada e compiere con essa non solo azioni inutili e dannose, quanto anche stolte ed insipienti. Dobbiamo “estirpare” il nostro udito e a suo posto mettere l’orecchio dello Spirito Santo, perché possiamo di continuo ascoltare la vera Parola di Dio. Senza l’orecchio dello Spirito del Signore nessuna Parola del Padre potrà giungere dentro di noi, procedendo nella storia solo con i nostri pensieri e con i risultati che conosciamo. La terza “eliminazione” è la lingua. Se essa è nostra, proferirà sempre parole della terra e non del cielo, degli uomini e non di Dio, di falsità e non di verità, di perdizione e non di salvezza. Al contrario mettendo nella nostra bocca la lingua di Dio, diremo sempre una Parola di Dio, che è Parola di verità, giustizia, fedeltà, amore. Le altre due estirpazioni sono quella del cuore e della volontà. Gesù cammina con il cuore del Padre, posto attimo per attimo dallo Spirito Santo nel suo petto. Da quel cuore che viene trafitto sulla croce nasce la salvezza del mondo. Ma anche la nostra volontà è necessario che venga tolta e sostituita con la volontà divina. Questo sarà possibile attraverso una preghiera ininterrotta al Signore, perché mandi il suo Santo Spirito e quotidianamente compia questa operazione necessaria, anzi vitale per la nostra missione. È necessario, anche se difficile, consegnarsi in tutto a Dio. La tentazione è sottile e suadente. Satana ci fa riappropriare con gusto dei nostri sensi e della nostra volontà, per ricondurci ancora su sentieri di terra e non di cielo.
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