Marx: "Nella Chiesa non è tutto bianco o tutto nero. Non possiamo selezionare i fedeli"

Il presidente della Conferenza Episcopale tedesca interviene, insieme a mons. Pontier e alla dott.ssa Hoyos, uditrice del Sinodo, al briefing in Sala Stampa vaticana sugli ultimi giorni di lavoro dell’assise

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“Nessuna novità, nessuna notizia importante”. Esordisce così padre Federico Lombardi nel briefing di oggi in Sala Stampa vaticana sui lavori del Sinodo straordinario, al quale sono presenti il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza Episcopale tedesca, mons. Georges Pontier, presidente dei vescovi francesi, e la dott.ssa Ilva Myriam Hoyos Castañeda, avvocato colombiano, uditrice al Sinodo.

Il portavoce vaticano mette le mani avanti e chiarisce subito che, dopo tanti tumulti e polemiche, quello di oggi è un giorno tranquillo per il grande assise vaticano. Di fatto, né ieri né stamane i Padri si sono riuniti. Con la pubblicazione delle relazioni dei Circoli minori divisi in lingua di ieri si è concluso infatti il lavoro generale dell’assemblea. Ora tocca al gruppo incaricato redarre la tanto attesa Relatio Synodi, che verrà presentata e votata in Aula domani.

Dopo la bagarre – sia interna che esterna al Sinodo – per la Relatio post disceptationem, c’è grande attesa ora per questo testo finale. Sia interna che esterna al Sinodo.

E se i Padri, riuniti nei circoli linguistici, si sono preoccupati di elencare punto per punto gli aspetti da revisionare o approfondire, la stampa internazionale freme nel sapere o, perlomeno, capire quale orientamento seguirà questo Sinodo, definito da alcuni un piccolo Concilio Vaticano III e uno spartiacque per la Chiesa universale.

L’interesse è rivolto sempre ai temi “caldi”: sacramenti per i divorziati risposati, unioni civili, omosessuali. Anche oggi nel briefing i giornalisti hanno sollecitato i tre relatori su tali argomenti. Ad esporsi, in particolare, è stato il cardinale Marx, al quale è stata ricordata la sua dichiarazione alla stampa prima dei lavori sinodali: “La maggior parte dei vescovi tedeschi è dalla parte del card. Kasper nel concedere la comunione ai divorziati risposati”.  

“Tra i vescovi tedeschi abbiamo parlato a lungo di questo tema – ha ammesso il porporato – anche perché molti cattolici impegnati sollevano questa problematica”. In Germania, ha spiegato, sono tante infatti le persone che vivono in queste situazioni familiari ‘anomale’ che tuttavia sono attive e desiderano far parte pienamente della Chiesa. E “noi – ha chiosato Marx – non possiamo selezionare i fedeli. Non possiamo dire ci sono cristiani di prima classe, e altri di seconda, di terza… L’esclusione non è il linguaggio della Chiesa”.

Sono tante, troppe, le persone coinvolte in queste situazioni difficili, ha aggiunto il cardinale che ha parlato anche di un gruppo di lavoro nato in seno alla Conferenza Episcopale tedesca per riflettere sull’argomento “indipendentemente da Kasper” e dal Sinodo. Il dibattito va avanti infatti da decenni: “Ci sono decisioni del Magistero, ma anche tante domande”.

E, secondo il porporato, è arrivato il momento di dare una risposta. “Certo due settimane di Sinodo non sono l’occasione adatta per prendere decisioni su determinate questioni”, ma intanto “il dibattito è aperto” e “le proposte sono tante”. La Chiesa, poi, ha capito che deve approfondire il suo sguardo e trovare “elementi positivi” in queste persone che soffrono e che hanno fallito.

“Non è tutto bianco o tutto nero”, ha affermato il presidente della CET, “la situazione umanità è molto più difficile”. Un discorso valido anche per i casi di persone omosessuali. Il Catechismo è chiaro: non si condannano le persone per il loro orientamento, ma la prassi sessuale è “inaccettabile”, ha detto Marx, e ciò “vale anche per altri settori”.

Tuttavia, “non tutto deve essere valutato negativamente allo stesso modo”, ha detto, prendendo ad esempio una coppia gay in cui i due sono “fedeli uno all’altro, uno sostiene, ha cura dell’altro”. “E io come Chiesa devo dire che tutto ciò che hanno fatto nella loro vita non ha valore?”, ha domandato il cardinale. O forse “è più accettabile una persona che cambia quotidianamente partner”, rispetto ad una coppia che “per 35 anni sono rimasti fedeli l’uno all’altro”, in cui “l’uno cura l’altro fino alla fine della vita” e che magari “si sforza pure ad essere casta”?.

“Non possiamo dire è tutto a posto, né che tutto è nero o è bianco. Questo spetta alla pastorale… Non ci possono essere regole. Anche il rapporto basato sull’errore può sempre migliorare in positivo. Non possiamo dire perché ‘lei è gay non può vivere il Vangelo’. È impensabile!”.

In ogni caso, ha confessato il cardinale, “siamo infastiditi dal fatto che tutto il dibattito sinodale si riduca solo a questi temi”. Obiettivo del Sinodo straordinario è infatti mostrare la vicinanza della Chiesa alle famiglie e anche “ricordare le famiglie felici, oltre a quelle che vivono situazioni pastorali difficili”, come ha sottolineato mons. Pontier.

Tutti i Padri, nonostante le differenze delle realtà continentali, si sono ritrovati in una base comune che sono i principi fondamentali della Chiesa sulla famiglia e la tutela della vita. “Vogliamo dire come nel mondo il nocciolo fondamentale per la felicità dell’uomo è la famiglia”, ha affermato l’arcivescovo di Marsiglia. “Bisogna reinvestirsi in questa evangelizzazione della famiglia. Dire alla società che tutto quello che fa per questa istituzione è essenziale per la società e per certe forme di pace nel mondo”.

Rispondendo poi ad una domanda sulla Manif pour tous e sulle altre manifestazioni in difesa della famiglia svoltesi in Francia, il vescovo ha espresso grande apprezzamento per l’impegno delle nuove generazioni nel scendere in piazza per tutelare valori fondamentali per tutti, non solo per i cristiani. Anzi, ha auspicato che la Chiesa possa realizzare una vera pastorale di ‘formazione’ che accompagni questi giovani nel percorso politico e sociale.

Infatti, è necessario che i cattolici siano impegnati nella vita pubblica, ha rimarcato la dott.ssa Hoyos, lei stessa funzionario pubblico in una Istituzione dello Stato dedicata ai diritti dell’infanzia, dell’adolescenza e della famiglia. Sempre nel rispetto della libertà religiosa e della dottrina sociale, la Chiesa deve dialogare con lo Stato, ha affermato, i cattolici devono dialogare con il mondo impegnandosi “in virtù dei loro principi” in ambiti come la difesa dei bambini, delle donne, la lotta alle violenze sessuali e tutte le altre zone d’ombra di questa società secolare.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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