Schönborn: "Guardare alle persone prima che al loro orientamento sessuale"

L’arcivescovo di Vienna interviene al briefing in Sala Stampa vaticana sui lavori del Sinodo, insieme ai coniugi Miano. Oggi la presentazione delle relazioni dei dieci Circoli minori

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Mancano pochi giorni ormai alla chiusura del Sinodo sulla famiglia. Un Sinodo travagliato, iniziato tra i rumori e accompagnato finora da frastuoni. Colpa forse di una strategia comunicativa non proprio eccellente per cui, ancora oggi, a due giorni dalla conclusione dell’assise, non si è capito effettivamente che musica ha suonato nell’Aula del Sinodo.

Vescovi e cardinali – e padre Federico Lombardi soprattutto – hanno sempre sottolineato grande comunione nel cammino sinodale, segnato da “trasparenza”, “partecipazione” e quella parresìa invocata dal Papa all’inizio dei lavori. Viene da pensare allora che le diverse faide tra porporati su temi pastorali scottanti ed eventuali stravolgimenti della Dottrina prefigurate dai media internazionali siano mere elucubrazioni giornalistiche, capaci anche di mettere in bocca ad un cardinale della caratura di Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, scandalose dichiarazioni.

Nei giorni scorsi alcuni giornali riportavano infatti alcune pesanti critiche del porporato sulla “Relatio post disceptationem”, che avrebbe definito “indegna, vergognosa e completamente sbagliata”. Parole che Müller non ha mai detto, stando a quanto riferito oggi da padre Lombardi nel consueto briefing in Sala Stampa vaticana. Il gesuita ha riportato ai giornalisti un messaggio da parte del prefetto dell’ex Sant’Uffizio, nel quale afferma che tutto ciò “non è vero, non è il suo vocabolario, non è il suo modo di esprimersi e quindi lui dice di non averlo detto e mi ha pregato di dirvelo”.

Critiche (seppur minori) e perplessità sulla Relatio sono state avanzate tuttavia dai Circuli minores che hanno concluso oggi i loro lavori. Le relazioni dei dieci gruppi divisi per lingua sono state lette stamane in Aula, dopo “un’ampia discussione” se renderle pubbliche o tenerle ‘nascoste’ come il resto degli interventi del Sinodo. A prevalere è stata invece la volontà dei Padri che, – ha sottolineato Lombardi – in coerenza con la scelta di pubblicare la “Relatio post-disceptationem”, hanno voluto rendere noti questi “documenti di lavoro”, che tuttavia  “non solo nulla di definitivo ma solamente un contributo all’interno del cammino dell’assemblea”.

I Circoli, inoltre, hanno presentato alla Segreteria del Sinodo i cosiddetti “Modi”, ovvero le proposte di integrazione e variazione del testo, da elaborare prima di formulare il documento finale, la Relatio Synodi, che riceverà la definitiva approvazione sabato pomeriggio. Riguardo a quest’ultima, Lombardi ha informato che Papa Francesco, dopo le ‘critiche’ per la mancanza di esponenti africani nella Commissione incaricata per la stesura del documento, ha deciso di aggiungere  il cardinale Napier e mons. Hart, rappresentanti del continente africano e della Nuova Zelanda.

Ospite d’onore del briefing di oggi era il cardinale Cristoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, che insieme a Franco Miano, ex presidente dell’Azione Cattolica italiana, e alla moglie Pina De Simone, entrambi convocati come Esperti del Sinodo, hanno riferito dei lavori in Aula.

Prima però il porporato domenicano ha voluto sottolineare che, nonostante non fosse la sua prima esperienza di Sinodo, mai aveva visto un interesse così grande per un’assise vaticano. Questo perché – ha detto – “pochi temi come la famiglia ci toccano così da vicino”.

È grazie alla famiglia, ha aggiunto, che riusciamo a “sopravvivere”: “Quando ci sono problemi il primo ricorso è la famiglia”. Allora,“al di là di tante questioni morali, dobbiamo vedere il ruolo fondamentalmente positivo della famiglia”, ha rimarcato Schönborn.

Proprio per questo Papa Bergoglio, quattro mesi dopo la sua elezione, il 4 luglio 2013, ha annunciato l’intenzione di indire un Sinodo sulla famiglia. “Il Santo Padre ci ha invitato a riflettere sul tema della famiglia non per vedere ciò che non funziona, ma per mostrare anzitutto la bellezza e la necessità vitale della famiglia”.

E ciò comporta anche “uno sguardo attento alla realtà” che molte famiglie vivono: situazioni difficili ma anche storie bellissime, che non sono “quadretti oleografici”, ha precisato Miano, ma la dimostrazione che tante famiglie, pur nella difficoltà della vita, si “impegnano a vivere il Vangelo”.

Con questo non si vogliono “giudicare” le altre situazioni, una cosa non esclude l’altra. Anzi l’obiettivo del Sinodo 2014 è proprio di porsi, come Chiesa e come cristiani, vicino a certe situazioni difficili, aver cura di esse e accompagnarle verso quella bellezza dell’essere famiglia prefigurata dal Vangelo.

Su questo punto, al di là delle divergenze di opinione su determinati punti, i Padri sinodali si sono trovati tutti d’accordo, mossi dal “realismo” di affrontare certe questioni – come ha rimarcato la De Simone – a partire “dall’ascolto della vita e non di partire da una enunciazione teorica di alcuni principi”.

Insomma, le tensioni in Aula ci sono, ma più importante per cardinali e vescovi è addentrarsi in quell’“ospedale da campo” che è il mondo di oggi, secondo la definizione di Papa Francesco, e cercare di curarne le ferite.

Quindi “ascolto”, “accompagnamento”, “accoglienza”, “misericordia” sono le parole chiave del Sinodo straordinario sulla famiglia. Anche e soprattutto verso situazioni non conformi alla Dottrina ecclesiastica come le unioni di fatto, i divorziati risposati, le coppie omosessuali, ha detto Schönborn. Perché tutte queste sono persone, e bisogna “guardare alle persone prima che al loro orientamento sessuale”, così come – ha detto il cardinale – non bisogna soffermarsi “alla camera da letto delle famiglie”, ma guardare prima “al soggiorno”.

Con ciò, ha precisato, “non vuol dire che si rispetti ogni comportamento umano”, tantomeno viene messo in dubbio ciò che la Chiesa afferma nel Catechismo della Chiesa cattolica, alla cui redazione ha lavorato lo stesso arcivescovo. “Non ci saranno modifiche” dopo questo Sinodo, ha rassicurato Schönborn. L’importante però è capire che la “Dottrina non è un giogo imposto, ma un cammino ideale di vita”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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