A vent’anni dal suo ultimo restauro, la Cappella Sistina sta per acquisire una nuova dimensione che valorizzerà ulteriormente l’intero imponente patrimonio plurisecolare che essa stessa contiene.
L’inaugurazione degli impianti di climatizzazione e di illuminazione della “cappella magna” della Chiesa Cattolica avverrà tra il 30 e il 31 ottobre prossimi, accompagnata da un Convegno Internazionale aperto a tutti, dal significativo titolo La Cappella Sistina venti anni dopo. Nuovo respiro nuova luce, che si terrà presso l’Auditorium di via della Conciliazione.
Nel corso delle due giornate di lavori, articolate in cinque sezioni, saranno esaminati gli eccezionali risultati ottenuti nel 1994, grazie al memorabile restauro guidato da Fabrizio Mancinelli e realizzato da Gianluigi Colalucci, e lo stato attuale degli affreschi.
Saranno inoltre resi pubblici le approfondite costanti indagini scientifiche e il complesso piano di manutenzione ordinaria e straordinaria che da lungo tempo i Musei Vaticani hanno messo in atto per la migliore tutela dello straordinario monumento.
Intervenendo stamattina in Sala Stampa Vaticana, il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, ha definito il restauro del 1994, come “il più importante del XX secolo”.
Vent’anni fa, l’intera operazione, ha ricordato Paolucci, suscitò “furibonde polemiche”, “contestazioni, perplessità e dissensi”, tuttavia, poi “il tempo che è galantuomo ristabilisce la verità”.
Le date del 30 e 31 ottobre sono state scelte “non a caso”, ha sottolineato il direttore dei Musei Vaticani: fu infatti il 30 ottobre 1512 che papa Giulio II inaugurò la volta michelangiolesca della Cappella Sistina. Risale al 31 ottobre 1541, invece, il completamento di uno dei più imponenti affreschi mai realizzati: il Giudizio Universale, anch’esso ad opera di Michelangelo.
L’inaugurazione del nuovo impianto di climatizzazione ed illuminazione della Sistina avviene non solo nel ventennale del restauro ma anche nel 450° anniversario della morte di Michelangelo Buonarroti (1475-1564).
L’implementazione è durata tre anni ed è stata resa possibile grazie all’intervento della multinazionale CARRIER e alla OSRAM e all’impegno congiunto della Direzione dei Servizi Tecnici guidati prima da Pier Carlo Cuscianna poi da P. Rafael García de la Serrana Villalobos con Roberto Mignucci, e nei Musei Vaticani dell’Ufficio del Conservatore di Vittoria Cimino e del Laboratorio di Diagnostica e Ricerche Scientifiche di Ulderico Santamaria. I costi sono stati offerti alla Santa Sede a titolo di pura liberalità.
“La pressione antropica alla quale è sottoposta la Cappella Sistina – ha spiegato il prof. Paolucci – (quasi 6 milioni di visitatori all’anno con punte di oltre ventimila al giorno in certi periodi di particolare affluenza) richiedeva un intervento radicale che garantisse il ricambio d’aria, l’abbattimento delle polveri e degli inquinanti, il controllo della temperatura e dell’umidità, l’anidride carbonica tenuta a livelli accettabili”.
Si è così evitato il rischio di “attivare un mix di umidità, di inquinanti, di anidride carbonica che poteva essere, nei tempi lunghi, una deriva pericolosa per la corretta conservazione delle pitture murali, quei 2500 metri quadrati che fanno l’antologia artistica più importante del Rinascimento italiano”.
La messa a nuovo dell’impianto è stata resa necessaria dal vertiginoso aumento delle visite: vent’anni fa erano circa due milioni l’anno, quindi un terzo delle attuali.
Una ristrutturazione non soltanto di carattere tecnico-funzionale ma anche finalizzata a valorizzare capolavori con mezzo millennio di vita alle spalle. “La Sistina – ha commentato Paolucci – è un luogo identitario della Chiesa Cattolica, è come un vero santuario: da tutto il mondo la gente viene per vedere dove vengono eletti i papi”.
Era quindi necessario donare alla più celebre cappella del mondo una “nuova luce”, con una “illuminazione leggera e allo stesso tempo totale, non invasiva, rispettosa della complessa realtà iconografica, stilistica, storica”.
Non si trattava, dunque, di fare alcuno “spot privilegiato su Michelangelo” ma, piuttosto, di dare “la possibilità di una lettura quieta, obiettiva e allo stesso tempo delicata, capace di raccontare in ogni dettaglio e di far comprendere tutto insieme quell’immane catechismo figurato che tre papi – Sisto IV, Giulio II e Paolo III – vollero dispiegare sulle pareti e sulla volta di quella che è da sempre per tutti la “cappella del mondo””, ha quindi concluso il direttore dei Musei Vaticani.