Tradizione e rinnovamento nella ricerca di Dio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Lc 11,37-41 

Lettura

Leggiamo oggi uno dei confronti che si incontrano nel Vangelo tra Gesù e la categoria degli osservanti che in quell’epoca dominavano la scena religiosa e quindi costituivano una sorta di riferimento per la vita dei credenti. A Gesù sta a cuore sempre, quando si tratta del rapporto tra l’uomo e Dio, che sia in evidenza sia la fedeltà alla tradizione e ai gesti della osservanza religiosa, sia il rinnovamento interiore. Insieme a questa cura per l’interiorità, Gesù vuole che ci sia attenzione alle osservanze rituali, perché siano espressioni di una disponibilità ad accogliere i doni più preziosi: giustizia e amore a Dio. 

Meditazione

L’Evangelista ci lascia immaginare che le circostanze in cui si svolge questo episodio sono intense; si tratta di un discorrere attento e di un dibattito coinvolgente tra il Maestro e il fariseo. Poi, a tavola, il fariseo fa mente locale ai gesti di Gesù. Che lo lasciano notevolmente sorpreso. È utile notare questo perché i farisei come tali non sono nemici di questo Rabbi tanto integro e fedele, e perché non sempre il “formalismo”, e cioè la prevalenza di ciò che è secondario su ciò che è importante, è colpevole. Vi possono essere dei climi culturali o degli stili di gruppo nei quale ci si muove acriticamente, correndo tuttavia il rischio di scambiare ciò che è secondario come cosa essenziale. Per questo, il non fare le abluzioni può essere da parte di Gesù una voluta provocazione per entrare nell’argomento che gli interessa. Abbiamo letto nei giorni precedenti le forti affermazioni circa la potenza della Parola del Signore e la responsabilità che abbiamo noi che quel dono lo abbiamo ricevuto. Qui Gesù vuole sottolineare l’irrilevanza di disposizioni che sono ben distanti dalla sostanza della Parola e del comandamento di Dio. Gesù segnala, inoltre, un problema di grande rilievo: vi è certo una distanza e una differenza tra esteriorità e interiorità, ma è possibile che essa celi il contrasto tra un’apparenza di rigorosi adempimenti e la realtà di un male che resta tale nell’intima realtà della persona. Gesù avverte la distanza tra l’esterno del bicchiere e del piatto e «l’interno pieno di avidità e di cattiveria». Gesù sempre propone la salvezza: trasformare in “elemosina”, cioè in atteggiamenti e atti di misericordia, quello che nel cuore è dramma “di avidità e di cattiveria”; insegna come la consapevolezza dei nostri peccati possa essere impegnativo e concreto principio di misericordia e di compassione. 

Preghiera

Insegnami, Signore, la semplicità dei gesti della mia appartenenza religiosa e sociale – stretta di mano, saluto, sorriso – e fa’ che scaturiscano sempre da un cuore grato a te e fraterno. 

Agire

Sentimenti di agitazione, atteggiamenti che nascono dalla gelosia o dall’invidia siano schiacciati da un atto di solidarietà.

Meditazione a cura di mons.Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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