Trascrizioni di matrimoni omosessuali celebrati all’estero nei registri comunali. La questione è tornata d’attualità pochi giorni orsono, quando il ministro dell’Interno Alfano ha diramato una circolare presso tutti i prefetti con l’ordine di cancellare, in assenza di una legge nazionale, ogni trascrizioni di tal risma. Ma il primo focolaio di dissenso nei confronti di questa controversa scelta da parte di alcuni sindaci italiani si ebbe a Bologna, in una calda giornata di fine luglio.
Non appena il sindaco felsineo Virginio Merola annunciò che avrebbe trascritto le nozze omosessuali sui registri comunali, la trentasettenne Valentina Castaldini, battagliera consigliera comunale di Nuovo Centrodestra nel capoluogo emiliano, impugnò carta e penna e scrisse un esposto al ministero dell’Interno nonché al prefetto e allo stesso sindaco di Bologna.
“Ho semplicemente fatto il mio mestiere”, dichiara oggi la Castaldini a ZENIT. “Ho rilevato fin da subito una cosa che avrebbe capito anche mio figlio di dieci anni – aggiunge -: ossia che l’atto del sindaco Merola era illegittimo e nullo, si stava prendendo una competenza che non gli spetta poiché non esiste una legge dello Stato sulle nozze omosessuali”.
Dopo lunghe settimane di silenzio, durante le quali altri primi cittadini italiani hanno seguito l’esempio del loro collega bolognese, finalmente la Castaldini riceve una importantissima seppur indiretta risposta al suo esposto. A darla è il prefetto di Bologna, il quale ha chiesto a Merola il ritiro della delibera con cui si provvede alle trascrizioni di simili matrimoni.
È un primo segnale. Il secondo, ancora più forte e chiaro, è appunto quello lanciato nei giorni scorsi dal ministro Alfano. Eppure, malgrado i due colpi ricevuti, il sindaco bolognese sembra voler tirar dritto per la sua strada, finanche trincerandosi dietro un eloquente “Io disobbedisco”.
Ma disobbedire a cosa? “Il sindaco Merola – osserva la Castaldini – ancora non ha capito che la circolare del ministro Alfano è diretta al prefetto, non a lui”. Del resto, è il prefetto in quanto referente dello Stato che ha il dovere su ordine del Viminale di verificare la presenza di atti comunali illegittimi e, nel qual caso, intervenire per neutralizzarli.
Legittimo è invece il registro delle unioni civili, che a Bologna esiste già dal lontano 1999. Legittimo sì, ma demagogico quanto la decisione di trascrivere le nozze omosessuali. “Il dibattito all’epoca fu ancora più ampio”, ricorda la Castaldini. Anche se poi la montagna partorì un topolino. La frenesia di dare un’immagine di Bologna quale città tollerante portò miseri risultati: il registro delle unioni civili è rimasto vuoto fino a tre anni fa, e ad oggi vi sono iscritte appena otto persone, di cui quattro dello stesso sesso.
“Neanche chi fa le lotte per i diritti civili, una volta ottenuti questi diritti, li utilizza”, sottolinea con sarcasmo la consigliera Ncd. E per ottenerli, si ricorre a mesi e mesi di dibattiti consiliari spendendo le risorse di tutti.
Quelle stesse risorse che – denuncia la Castaldini – il Comune di Bologna spende per “promuovere i centri sociali, i quali hanno sedi comunali, ricevono contributi e si fanno pagare anche le bollette per fare le proprie attività”. Attività che non sempre si mantengono nell’alveo della legalità.
È di poco tempo fa la notizia delle aggressioni subite dalle Sentinelle in Piedi in alcune città italiane. Gli animi più accesi si sono registrati proprio a Bologna, dove era presente anche Valentina Castaldini. “Eravamo in 80 – racconta – e avevamo attorno a noi 400 persone che sputavano, ingiuriavano, bestemmiavano e uno ha addirittura lanciato una bottiglia all’indirizzo di un bambino”. 400 persone “sponsorizzate” dal Comune, perciò non stupisce che il sindaco Merola si sia limitato a parlare genericamente di “violenza ingiustificata” senza distinguere tra aggrediti e aggressori.
Aggressioni, anche se solo verbali, sono quelle che ha subito Alfano dopo aver emanato la direttiva ai prefetti. Sintomo di un clima d’intolleranza che rende anacronistico difendere l’unicità del matrimonio tra uomo e donna? Assolutamente no, secondo Valentina Castaldini. La consigliera ritiene fondamentale “difendere fieramente quell’elettorato che sta perdendo il coraggio di dire la verità”. Su certi temi – promette – “io non torno indietro di un passo”.