"Proteggere i popoli da tutte le forme di ingiusta aggressione"

Mons. Auza, Osservatore vaticano presso l’Onu, interviene all’Assemblea generale di New York, nella sessione dedicata allo Stato di diritto

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Protezione per le minoranze religiose ed etniche in Medio Oriente e un intervento a contrastare il terrorismo internazionale. E’ quanto richiesto dall’arcivescovo Bernardito Auza, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, all’Assemblea generale dell’Onu, in corso a New York, nella sessione dedicata allo Stato di diritto. 

Il presule ha ricordato i tre pilastri fondanti le Nazioni Unite: “Pace internazionale e sicurezza, diritti umani e sviluppo”, i quali – ha detto – sono rafforzati dallo “Stato di diritto” di fondamentale importanza per il dialogo politico e la cooperazione tra gli Stati.

La Santa Sede plaude allo “Stato di diritto”, ha affermato mons. Auza, nonostante rimangano disaccordi sulla sua definizione. Per la Chiesa esso è infatti fondato “sia razionalmente che moralmente sui sostanziali principi di giustizia, inclusa la dignità inalienabile e il valore di ogni persona umana prioritario ad ogni legge e consenso sociale”. Di conseguenza “il rispetto del principio di legalità, la presunzione di innocenza e il diritto un giusto processo”.

Riguardo le relazioni tra gli Stati, – ha precisato il rappresentante vaticano – “lo stato di diritto significa il supremo rispetto dei diritti umani, l’eguaglianza dei diritti delle Nazioni; e il rispetto del diritto internazionale consuetudinario, dei trattati e delle altri fonti di diritto internazionale”.

Per questa ragione la Santa Sede chiede maggiore “attenzione sulla persona umana e sulla società in cui vive, perché oltre alle forze di polizia, ai tribunali, ai giudici, ai pubblici ministeri al resto delle infrastrutture legali, lo stato di diritto è irraggiungibile senza fiducia sociale, solidarietà, buon governo e educazione morale”.

“La famiglia – ha aggiunto il presule – le comunità religiose e la società civile giocano un ruolo indispensabile nel creare una società che possa promuovere l’integrità pubblica e lo stato di diritto”, che dev’essere garantito in modo equo e imparziale a tutti, specie alle minoranze religiose ed etniche in Medio Oriente, “che aspettano urgenti misure di effettiva protezione”.

Su tal punto, la Santa Sede chiede l’intervento della comunità internazionale, qualora gli Stati non siano in grado di assolvere “al dovere primario di proteggere la propria popolazione da gravi e prolungate violazioni e da conseguenze di crisi umanitarie”. Un intervento orientato dai mezzi giuridici previsti dalla carta dell’Onu e altri strumenti internazionali.

Mons. Auza ha quindi concluso esprimendo l’auspicio “che l’allarmante, crescente fenomeno di terrorismo internazionale, inedito in alcune espressioni e assolutamente spietato nella sua barbarie, sia occasione per un urgente ed approfondato studio su come rinforzare gli strumenti giuridici internazionali per una applicazione multilaterale della nostra comune responsabilità di proteggere i popoli da tutte le forme di ingiusta aggressione”.

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ZENIT Staff

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