Le 'omissioni' della "Relatio post disceptationem"

Le accese reazioni dei vescovi Gadecki e Stankiewicz al documento provvisorio dei Padri Sinodali presentato ieri

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“Bisogna anche sostenere le famiglie comuni, normali”, protesta davanti ai microfoni della Radio Vaticana polacca il presidente della Conferenza Episcopale della Polonia, monsignor Stanislaw Gadecki. L’arcivescovo di Poznan, che il 19 ottobre prossimo compie 65 anni, esprime rammarico per i contenuti e sopratttutto le “omissioni”, come lui le definisce, della ​Relatio post disceptationem, il documento presentato ieri che raccoglie gli interventi della prima settimana dei lavori del Sinodo.

A condividere simili preoccupazioni è anche l’arcivescovo di Riga (Lettonia), monsignor Zbigniew Stankiewicz, il quale ha tuttavia espresso la sua fiducia nei lavori dei “Circuli minores” di questa settimana, suddivisi per gruppi linguistici.

I commenti dei due vescovi sono giunti ieri, dopo la lettura da parte del card. Erdo, Relatore generale del Sinodo, della “Relatio” durante l’undicesima Congregazione generale. Il documento rappresenta una sorta di “bilancio di metà percorso” realizzato collegialmente dalla Segreteria Generale del Sinodo e da alcuni esperti.

Secondo mons. Gadecki, “la dottrina presentata nel documento” pecca “di omissione”, in quanto prevale “la visione del mondo” per cui un cammino di “imperfezione” può portare alla “perfezione”. Il testo parla infatti di “eccezioni”, mentre – osserva il presule – dovrebbe “anche” presentare “la verità” sul sacramento cattolico del matrimonio.

In particolare, il capo dei vescovi polacchi esprime i suoi dubbi sul criterio di gradualità: “Si può veramente applicare la gradualità alla convivenza”, trattarla come se fosse un “cammino di santità?”, domanda, deplorando la mancanza di una “visione chiara” da parte dei Pa​d​ri Sinodali.

Un altro punto di critica per Gadecki è che nella Relatio l’affido ​di bambini a coppie omosessuali viene presentata “come se fosse accettabile”. Quello che manca nel documento, seppur provvisorio, – afferma – è “l’incentivazione alla fedeltà, ai valori della famiglia”, mentre sembra accettare “le cose così come stanno”. “Si ha l’impressione che l’insegnamento della Chiesa fosse stato senza pietà finora”, e che “l’insegnamento della misericordia inizi adesso.”

Sempre ai microfoni dell’emittente vaticana, anche il vescovo di Riga, mons. Stankiewicz, ha sottolineato l’importanza di correggere alcune espressioni della​ ​Relatio. A parere del prelato, nel documento si avverte il “pericolo di ballare sulle note del mondo” e di “sottometterci alle pressioni degli ambienti laici”. Egli stesso – racconta – nel suo intervento al Sinodo ha sottolineato che “cedere alla pressione del mondo” significa “perdere la proprio identità”. Il mondo ha bisogno infatti della luce e della verità del Vangelo.

Allo stesso tempo, Stankiewicz riconosce tuttavia che il testo, “di buona fede”, vuole “andare incontro a coloro che sperimentano delle difficoltà”. Si dichiara pertanto fiducioso nel potere del Vangelo di “toccare le coscienze e le menti delle persone” e nel lavoro dei Circoli Minori di ‘sistemare’ il testo provvisorio dei Padri Sinodali.

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Anita Bourdin

Journaliste française accréditée près le Saint-Siège depuis 1995. Rédactrice en chef de fr.zenit.org. Elle a lancé le service français Zenit en janvier 1999. Master en journalisme (Bruxelles). Maîtrise en lettres classiques (Paris). Habilitation au doctorat en théologie biblique (Rome). Correspondante à Rome de Radio Espérance.

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