Vangelo
Lc 11,29-32
Lettura
La Parola di Dio è il grande miracolo della nostra vita: Dio ci fa capaci di accogliere qualche luce a partire dai fatti della storia. Gli avvenimenti infatti si susseguono e il disegno che essi compongono è complesso, spesso confuso. Non ci raccapezziamo e non riusciamo ad agire con sufficiente chiarezza e realismo. Per questo Gesù propone di essere Lui stesso il metro di giudizio efficace e positivo. Riguardiamo dunque alla nostra vita facendo riferimento al Signore.
Meditazione
La “predicazione” (v. 32) è l’avvenimento della Parola. Quando la Parola viene annunciata con fede e con fede viene ascoltata e custodita, come Gesù dice nei versetti precedenti (v. 27-28) con il paragone della donna che partorisce e allatta, allora si compie l’avvenimento della Parola. E quando si dà tale avvenimento, Dio stesso si rende presente e operante nella vita dell’umanità. Proprio per questa meravigliosa e assoluta priorità della Parola nella vita delle creature, non ci sono “segni” che conducono verso la Parola, ma è la Parola a generare segni. Coloro che l’ascoltano, la custodiscono, la osservano sanno per esperienza che essa opera in loro e li aiuta a lasciare segni di novità dove essi vivono. E l’opera fondamentale della Parola è la Pasqua, cioè la vittoria sulla morte e il “passaggio” (“pasqua”) alla vita nuova dei figli di Dio, che qui è espressa con il verbo “convertirsi”: «…essi alla predicazione di Giona si convertirono». Si parla di pagani, dagli abitanti di Ninive alla regina di Saba; il miracolo della Parola, che si attua in maniera suprema nell’Annunciazione del Signore, dall’evento di Nazaret, si dilata a tutto il mondo. Ed è così, perché a Nazaret «il Verbo si fece carne», e Dio «venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). L’evento dell’annuncio evangelico è la celebrazione di tale venuta del Figlio di Dio nella storia umana, nella storia di ogni uomo e donna della terra. La “generazione malvagia” che “cerca un segno”, è quella che non ritiene di doversi “convertire”, e di avere già il possesso della verità di tutto e di sapersi rapportare con gli avvenimenti secondo l’imparaticcio delle tradizioni umane, anche se verniciate di religiosità.
Preghiera
Fa’ che la tua Parola, Signore, risuoni in me sempre come suono nuovo, anche di parole già ascoltate, di preghiere già dette. Dammi il desiderio di avvertire che cosa mi chiedi veramente con la Parola che mi indirizzi.
Agire
Farò oggi un gesto, cercherò di attuare un dialogo, che mostri quanto la figura di Gesù, e la sua rivelazione, sono adatti ad illuminare ogni situazione, a interpellare ogni persona.
Meditazione a cura di mons.Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it