Oltre mille foto e video con neonati abusati. La denuncia di Meter

L’associazione, che oggi ha concluso l’assemblea nazionale, ha segnalato alla polizia postale circa 23mila navigatori che acquistavano a 500 euro il materiale incriminato per il loro tablet o smartphone

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Si è conclusa oggi, presso “Casa Meter” ad Avola, l’assemblea annuale dell’associazione che ha visto riuniti responsabili, volontari e operatori provenienti da diverse regioni italiane, impegnati a rilanciare la presenza e l’azione nella Chiesa e nella società di Meter per prevenire e contrastare ogni forma di abuso sui minori.

Durante i lavori, presieduti da don Fortunato Di Noto, una attenzione particolare è stata rivolta alla famiglia come prima “casa educativa”, che vive oggi situazioni critiche. Affrontati poi i difficili temi della violenza psicologica, fisica e sessuale sui minori, nonché la profonda sofferenza nei mutamenti e nella crisi con i piccoli, le dipendenze da internet, media e social network.

Un ampio dibattito è stato poi riservato alla tragica piaga della pedofilia e della pedopornografia anche criminale, che Meter contrasta fortemente con il costante monitoraggio e le migliaia di segnalazioni alle Polizie di tutto effettuate dall’OSMOCOP dell’associazione. In oltre 20 anni, la collaborazione tra l’organismo fondato da don Di Noto e la Polizia Postale italiana, ha portato a risultati eccellenti. 

L’ultimo poprio ieri quando Meter ha denunciato 23.100 visitatori di siti che riportavano immagini di neonati violati. 500 euro venivano spesi acquistare la sequenza di foto con piccolissimi violentati e torturati. Un vero orrore che – riferisce un comunicato dell’associazione – a cui con una sola mail si poteva accedere attraverso il proprio tablet o smartphone.

Erano circa 1.290 le pedofoto e i video con circa 700 bambini violati che Meter ha denunciato. Anche donne coinvolte erano coinvolti in questi raccapriccianti abusi perpetrati da uomini adulti, a viso aperto. 

“E’ il dramma invisibile – commenta don Fortunato Di Noto – che si consuma sotto gli occhi di tutti ma che non è possibile fare vedere pubblicamente al mondo a causa di perbenismo e rimozione del problema. Basterebbe solo che i media mostrassero la foto di un neonato abusato e torturato e, ne sono più che certo, il mondo si solleverebbe in una vera campagna contro questa nuova forma di schiavitù devastante e di proporzioni impressionanti”.

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ZENIT Staff

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