Alluvione Genova. Papa Francesco telefona al cardinale Bagnasco

L’arcivescovo ha lasciato il Sinodo per recarsi nella sua diocesi, scossa dalla tragedia che ha provocato un morto e ingenti danni nel centro città

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È drammatica la situazione a Genova, messa in ginocchio da una violenta alluvione durata due giorni. Quasi mezza città è sott’acqua a causa dello straripamento del Bisagno e di altri quattro torrenti del Levante cittadino. Un treno è deragliato, diversi centri dell’hinterland sconvolti e devastati; il Comune ha chiuso le scuole e vietato le strade alla circolazione nel centro città, in particolare nella zona della Valbisagno.Soprattutto c’è un morto che pesa nel tragico bilancio dell’alluvione.  

L’arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale italiana, impegnato nel Sinodo straordinario dei vescovi, ha subito telefonato ad un sacerdote della zona alluvionata di Sturla per manifestare la propria solidarietà alla popolazione. Oggi, il porporato ha lasciato l’assise per recarsi nella sua diocesi.  

Anche Papa Francesco ha voluto esprimere la propria vicinanza telefonando al cardinale: “Eravamo per strada con i miei collaboratori – ha raccontato Bagnasco alla Radio Vaticana – e gentilmente il Papa si è informato della situazione. Lui era stato già informato – glielo avevo già detto ieri sera, prima di partire da Roma, dal Sinodo – e stamattina ha richiamato paternamente. Si è informato, ha assicurato la sua vicinanza, la sicurezza della preghiera e della sua benedizione. E’ stato molto caro”.

Intanto nella città è stata prolungata l’allerta fino a mezzanotte e la Protezione Civile ha dichiarato lo stato di piena emergenza. “E’ una situazione drammatica – ha affermato l’arcivescovo – si ripete quello che è già avvenuto nel 2011, ma in modo peggiore. In alcune zone, infatti, la situazione è molto più grave. C’è gente che ha perso tutto: gli esercizi commerciali, i piccoli artigianati. Hanno perso il lavoro, quindi, con la differenza, rispetto al 2011, che in parecchi hanno detto che non ce la faranno più e non hanno più, forse, nemmeno le forze di ricominciare, di risollevarsi”.

Per il presidente della CEI, “ci vogliono degli aiuti, ho detto e ho ripetuto. Ci vogliono, da parte dello Stato e delle autorità, degli aiuti economici consistenti, adeguati alle diverse situazioni, e tempestivi, subito! Non si può aspettare, infatti, la burocrazia, la documentazione, che non finisce più e così via, che blocca tutto quanto. Nel 2011 nessuno ha ricevuto nulla! Hanno fatto dei mutui con le banche per poter ricominciare e ripristinare le attività lavorative. Devono ancora estinguere quei mutui e sono ritornati da capo! Questa è la situazione. Inaccettabile!”.

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ZENIT Staff

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