7 ottobre 1571: la vittoria di Lepanto invocando la Madonna del Rosario

La festa della Madonna del Rosario è un appuntamento immancabile dell’anno liturgico della diocesi di Palestrina

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Ottobre è il mese dedicato al Santo Rosario e si apre il 7 con la memoria liturgica della Madonna del Santo Rosario, il cui santuario si erge a Pompei nella chiesa edificata dal beato Bartolo Longo nel 1876. La venerazione, tuttavia, è molto più antica e risale all’apparizione della Vergine a San Domenico nel 1208 a Prouille, nella Francia meridionale. Il domenicano e papa San Pio V ne istituì la festività canonica come Santa Maria della Vittoria perché ad essa fu attribuita la vittoria della flotta cristiana su quella turca a Lepanto nel 1571. Papa Gregorio XIII, suo successore, ne attribuì definitivamente il titolo alla Madonna del Rosario. Nel 1716 la ricorrenzafu estesa alla chiesa universale e nel 1913 san Pio X la fissò definitivamente al 7 di ottobre di ogni anno.

Nella diocesi di Palestrina sin dal suo primo apparire è stata una memoria liturgica particolarmente sentita sia perché il grande promotore della vittoria di Lepanto è stato Marcantonio Colonna, duca di Paliano della diocesi prenestina, sia perché molte comunità slave, albanesi e greche provenienti dall’Oriente per fuggire all’invasione ottomana hanno trovato ospitalità nei paesi dei Monti Prenestini, feudo della famiglia Colonna.

A questo proposito una delle più belle immagini della Madonna del Rosario conservata attualmente nel Kunsthistorisches Museum di Vienna si deve a Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Il critico d’arte Maurizio Calvesi ipotizzò che il quadro, dipinto nel 1607 su commissione di Luigi Carafa-Colonna per essere collocato nella cappella di San Domenico Maggiore a Napoli, fosse stato un omaggio al proprio parente Martino Colonna, duca di Paliano, Palestrina e Zagarolo, il quale ospitò lo stesso Caravaggio in fuga da Roma con l’accusa di aver ucciso Ranuccio Tomassoni.

Per tornare alla storia, fu proprio san Pio V a volere a capo della flotta pontificia della Lega Santa (Spagna, Repubblica di Venezia e Stato della Chiesa) Marcantonio Colonna, così da essere uno dei protagonisti della storica vittoria di Lepanto sui turchi. Una vittoria che si ritenne favorita dalla recita del Santissimo Rosario, la cui origine si ritiene originata dagli anacoreti orientali che usavano contare con sassolini le preghiere recitate. Con più verosimiglianza la pratica del rosario si lega all’abitudine medievale vigente nei conventi dove i fratelli laici, digiuni dal latino, recitavano i “paternostri” conteggiandoli con grani infilati ad uno spago. Fu, tuttavia, San Domenico, secondo la tradizione, a istituire la pratica della recita del Rosario seguendo le indicazioni della Madonna che gli era apparsa. I domenicani, di conseguenza, ne furono i grandi propagatori ed intesero il Santissimo Rosario come una corona di rose donata alla Vergine.

Nei comuni prenestini la festa della Madonna del Rosario è un appuntamento immancabile dell’anno liturgico. A Palestrina la processione è guidata dal vescovo diocesano, mentre a Pisoniano si svolge una processione ad apertura di mese ed un’altra a chiusura unite da molteplici occasioni di devozione nei giorni di ottobre.

Una curiosità: a Marino, altro importante centro dominato da Marcantonio Colonna, la famosissima sagra dell’Uva inaugurata nel 1924 è legata alla Madonna del Rosario ed alla sua benevolenza sulla vendemmia.

Nella basilica di Santa Barnaba, sempre a Marino, si conserva uno scudo ottomano preso dai cristiani durante la battaglia di Lepanto. A Genazzano, nella cappella gentilizia del Castello Colonna, un affresco secentesco di Marzio Ganassini mostra la battaglia di Lepanto e la Vergine con il Bambino che protegge la flotta cristiana. Il culto per la Madonna del Rosario è legato indissolubilmente alle omonime confraternite che ne alimentarono la venerazione dalla fine del Cinquecento e che furono promosse dai padri domenicani il cui Maestro Generale del convento di Santa Maria sopra a Minerva a Roma ne approvava lo statuto. I confratelli per secoli e tuttora ne alimentano il culto.

“Per il fatto poi che questa milizia orante è ‘arruolata sotto la bandiera della divina Madre’ acquista una nuova forza e si illustra di nuova gloria, come soprattutto dimostra, nella recita del Rosario, la frequente ripetizione del saluto angelico, dopo l’orazione del Signore (Padre nostro)”, ha scritto papa Leone XIII nella lettera apostolica “Augustissimae Virginis” del 12 settembre 1897. “Con il ritmo tranquillo della ripetizione dell’Ave Maria, il Rosario pacifica il nostro animo e – disse san Giovanni Paolo II in visita al santuario di Pompei il 7 ottobre 2003 – lo apre alla grazia che salva. Il Beato Bartolo Longo ebbe un’intuizione profetica, quando, al tempio dedicato alla Vergine del Rosario, volle aggiungere questa facciata come monumento alla pace. La causa della pace entrava così nella proposta stessa del Rosario. E’ un’intuizione di cui possiamo cogliere l’attualità, all’inizio di questo Millennio, già sferzato da venti di guerra e rigato di sangue in tante regioni del mondo”. 

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Paolo Schiavella

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