Vangelo
Lc 11,1-4
Lettura
Ci stupisce sempre incontrare il “Padre nostro” in un testo diverso rispetto quello che conosciamo a memoria. Luca ci trasmette un testo della preghiera di Gesù che è immediato, suscita emozione, pare quasi che ci conduca vicino al cuore stesso del Signore. Facendoci il dono di una formula diversa del “Padre Nostro”, l’Evangelista ci aiuta a pregare meglio, senza farci condizionare dall’abitudine. Il Padre Nostro è per noi allo stesso tempo preghiera e catechesi su Dio.
Meditazione
Proviamo a sottolineare qualche passaggio. In Luca manca l’aggettivo possessivo accanto al termine “Padre”. Comprendiamo così che il poter dire semplicemente “Padre” ci rende partecipi di ciò che il Signore Gesù dice nella sua preghiera. È proprio la preghiera di Gesù che diventa la nostra preghiera! Il Nome santo di Dio viene proposto alla nostra considerazione: sappiamo che alla richiesta di conoscerne il nome, rivolta a Lui dai grandi uomini di Dio, la risposta è stata: “io sono misericordia e fedeltà”. L’invocazione che ci viene suggerita è dunque questa: possa tu o Dio, essere conosciuto come il Padre della misericordia che avvolge la mia vita, dall’inizio alla fine; mi sia dato di riconoscerti come l’Emmanuele, cioè il Dio che sta con noi in ogni vicenda della vita. Ma toccherà anche a me, tuo credente, testimoniare nella vita segnata dall’umiltà e vigorosa nella fedeltà, che sono discepolo del Figlio di Dio. Il v. 3 è come un invito a cercare una precisazione circa la richiesta del “pane quotidiano”. Siamo di fronte ad una specie di “ripetizione”: pane “quotidiano” richiesto per “ogni giorno”. Proviamo a riflettere che cosa noi chiamiamo “pane quotidiano”: si tratta del minimo essenziale per la nostra vita, come un farmaco che è in grado di guarire. E se non siamo sicuri di ottenerlo? La richiesta dunque tende a sottolineare quanto questo pane di “ogni giorno” sia “essenziale”, non se ne possa fare a meno. Se a me manca il pane “sovra sostanziale” dell’Eucaristia, devo sapere che comprometto la mia vita cristiana. Il fatto che un uomo, una donna, un bambino non ha questo pane perché non gli è stato annunciato il Vangelo, è dunque responsabilità che direttamente mi riguarda.
Preghiera
Concedimi, Signore, di investire sempre la mia preghiera di emozione, pensando alla tua prossimità, dato che sono partecipe dei sentimenti di Cristo tuo figlio.
Agire
Oggi ogni incontro con le persone sarà da me segnato da un fulmineo e intenso giudizio: “Questo è mio fratello”; “Questa è mia sorella”.
Meditazione a cura di mons.Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it