È ancora lontana dal chiudersi l’accesa querelle sulla chiusura del Collegio Nazareno, l’antica scuola romana fondata da San Giuseppe Calasanzio nel 1630 che, dopo quasi quattro secoli d’ininterrotta attività, dovrebbe chiudere per diventare un grande albergo di lusso.
A inizio giugno il consigliere regionale Fabrizio Santori ha infatti presentato agli uffici di via della Pisana un’interrogazione a risposta scritta a tutela della destinazione d’uso dell’immobile cinquecentesco. Nel testo, indirizzato al presidente dell’assemblea consiliare laziale, Daniele Leodori, l’interrogante chiedeva spiegazioni sull’evoluzione dell’incredibile vicenda (il Nazareno fu la prima scuola pubblica della capitale) e di vigilare sul rispetto della volontà del fondatore, ovvero “quella di vincolare i locali dell’edificio, faticosamente acquisiti, ad una destinazione d’uso scolastica, a beneficio dei poveri di Roma, così come successivamente previsto dall’art. 2 dello Statuto della Fondazione Collegio Nazareno e, soprattutto, così come sancito da vincoli testamentari”.
In particolare, Santori chiedeva di verificare la vigilanza degli organi regionali sull’operazione in atto dato che la Fondazione omonima che al momento rivendicava lo svincolo degli immobili è iscritta fin dal 2001 nel registro regionale delle persone giuridiche private e dunque tenuta a riferire previamente eventuali modifiche dell’atto costitutivo o del proprio statuto.
La risposta del Consiglio Regionale è arrivata lo scorso 8 settembre: nel testo l’Amministrazione laziale afferma di non essere a conoscenza di alcuna operazione commerciale da parte della Fondazione e, in relazione ai compiti di controllo attribuitigli per legge dal Codice Civile e sollecitati da Santori, richiede contestualmente d’ufficio alla Fondazione l’acquisizione della documentazione concernente i bilanci e l’attività di disposizione del patrimonio. La vicenda, quindi, diversamente da quanto sembrava solo fino a poche settimane fa, appare tutt’altro che conclusa e – in ogni caso – richiederà plausibilmente tempi ancora piuttosto lunghi.
Un’altra interrogazione di analogo tenore, peraltro, è sempre in attesa di riposta a Palazzo Madama mentre un gruppo di ex alunni della scuola continua a raccogliere firme on-line per tenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica, oltre che delle autorità: dall’apertura delle sottoscrizioni, in circa tre mesi, sono state raccolte quasi 1400 firme per evitare che Palazzo Tonti perda la memoria del suo grande Fondatore. La storia, come si vede, non è ancora finita.
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Per approfondimenti:
http://www.zenit.org/it/articles/il-collegio-nazareno-verso-la-chiusura
http://www.zenit.org/it/articles/una-petizione-per-salvare-il-collegio-nazareno