"Non si può ricevere la Buona Novella da evangelizzatori scoraggiati, impazienti o ansiosi"

L’omelia del cardinale Lluís Martínez Sistach, arcivescovo di Barcelona, durante la preghiera dell’Ora Terza prima dell’apertura del Sinodo

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Un “servizio ecclesiale” e “pienamente evangelizzatore”: questo il lavoro che aspetta i Padri sinodali, riuniti oggi in Vaticano per il primo giorno dell’assemblea straordinaria. A dirlo è il cardinale Lluís Martínez Sistach, arcivescovo di Barcellona, che, nella sua omeliadurante la preghiera dell’Ora Terza,richiama la seconda lettera di san Paolo ai Corinzi proposta dalla liturgia del giorno.

In particolare il porporato si sofferma sulle raccomandazioni dell’Apostolo che – dice – “offrono lo spirito e mostrano lo stile per il nostro lavoro in questi giorni dell’assemblea sinodale”. Nel commiato della sua epistola, san Paolo infatti “riversa di nuovo tutto il suo cuore sui fedeli di quella Chiesa esortandoli a vivere tra loro la fraternità propria dei cristiani, con la conseguente pace e unità tra di loro”.

San Giovanni Crisostomo predice poi quale ne sarà il risultato: “Vivete nell’unità e nella pace, e Dio sarà certamente con voi, perché Dio è un Dio d’amore e un Dio di pace, e lì mette le sue delizie. Il suo amore produrrà la vostra pace ed ogni male sarà bandito dalla vostra Chiesa”. 

In sostanza, questa è la natura del lavoro dei partecipanti al Sinodo perché, come ci ricordava Paolo VI, “la Chiesa esiste per evangelizzare”, afferma Sistach. Esorta quindi a condividere “la gioia del Vangelo e la gioia di evangelizzare”, come ampiamente rilevato nella Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco.

La gioia augurata dall’Apostolo – “Siate allegri” – deve essere dunque il filo conduttore della grande assemblea sinodale che si concluderà domenica 19 ottobre. “La gioia – spiega l’arcivescovo di Barcellona – è una caratteristica essenziale di una vita veramente cristiana; la gioia che scaturisce dalla fede che Dio ci ha perdonato ed è sempre disposto a perdonarci se noi non ci stanchiamo di rifugiarci nella sua misericordia e chiedergli perdono per i nostri peccati, debolezze e omissioni”.

Pertanto, esorta il porporato, “recuperiamo e aumentiamo il fervore nell’evangelizzazione ‘anche quando bisogna seminare in mezzo alle lacrime'”. E – aggiunge citando la Evangelii Gaudium che a sua volta cita la Evangelii Nuntiandi di Montini – “voglia il cielo che il mondo di oggi- che sta cercando, a volte con angoscia, a volte con speranza – possa ricevere la Buona Novella, non attraverso evangelizzatori tristi, scoraggiati, impazienti o ansiosi, ma da ministri del Vangelo, la cui vita irradia il fervore di coloro che hanno ricevuto, prima di tutto in se stessi, la gioia di Cristo”.

L’arcivescovo punta quindi l’attenzione sulle parole del Papa, il quale – evidenzia – “ci ha convocato per riflettere, dialogare e dibattere sulle sfide della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. Per realizzare questo compito, è sempre san Paolo ad invitare “a chiedere allo Spirito di illuminarci nel lavoro sinodale per il bene delle coppie e delle famiglie”, sulla scia del Concilio Vaticano II che attraverso la Gaudium et Spes ribadiva: “Il benessere dell’individuo e della società umana e cristiana è strettamente legata alla prosperità della comunità coniugale e familiare“.

Paolo, prosegue Sistach, “ci raccomanda che nei contributi e nel dialogo manteniamo gli stessi sentimenti, le stesse convinzioni gioiose e grate di essere membri della Chiesa una e unica di Gesù Cristo, estesa da oriente a occidente”. L’auspicio è dunque “che possiamo avere i sentimenti del Buon Pastore che si prende cura delle 99 pecorelle e va in cerca della pecorella smarrita, consapevoli del fatto che oggi in diverse latitudini della Chiesa il numero si sta invertendo”. E anche “che possiamo avere anche i sentimenti del buon samaritano che guarda il ferito, gli si avvicina e lo aiuta, offrendogli quello che gli serve in quel momento per recuperare la salute”.

Il consiglio dell’apostolo Paolo, “viviamo in pace”, è in tal senso “sempre utile”. “Parleremo della bellezza della famiglia che Dio ha creato e che Cristo ha elevato a sacramento”, dice il cardinale, e – soggiunge – “terremo presenti le famiglie che non sono riuscite a vivere la bellezza della intima comunità di vita e di amore nel loro matrimonio”.

Come “buoni pastori e buoni samaritani”, poi, “faremo tutto seguendo questa raccomandazione paolina che il Dio dell’amore e della pace sia con noi e benedica il nostro lavoro sinodale per poter offrire a Papa Francesco i nostri consigli di amore e di pace che lo aiutino nel suo ministero di Successore di Pietro per il bene di tutta la Chiesa di Gesù Cristo”.

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ZENIT Staff

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