Lo ha detto papa Francesco stamane durante la Messa nella Basilica Vaticana in occasione dell’apertura della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Parlando del Sinodo che ha come tema “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, il Pontefice ha spiegato che “il Signore ci chiede di prenderci cura della famiglia, che fin dalle origini è parte integrante del suo disegno d’amore per l’umanità”.
Ma, – ha precisato – dobbiamo stare attenti a non farci tentare dalla cupidigia che “non manca mai in noi esseri umani”.
“Cupidigia di denaro e di potere”, ha continuato il Papa. “E per saziare questa cupidigia i cattivi pastori caricano sulle spalle della gente pesi insopportabili che loro non muovono neppure con un dito.”
Prendendo spunto dal Vangelo in cui si utilizza l’immagine della vigna del Signore, il Pontefice ha sostenuto che “la vigna del Signore è il suo ‘sogno’, il progetto che Egli coltiva con tutto il suo amore, come un contadino si prende cura del suo vigneto”.
Ed ha aggiunto: Il “sogno” di Dio è il suo popolo “egli lo ha piantato e lo coltiva con amore paziente e fedele, perché diventi un popolo santo, un popolo che porti tanti buoni frutti di giustizia.”
Ma, come è noto, “il sogno di Dio viene frustrato”. Il profeta Isaia racconta che mentre Dio “si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi” e nel Vangelo, sono i contadini a rovinare il progetto del Signore “essi non fanno il loro lavoro, ma pensano ai loro interessi”.
Nel Vangelo Gesù dice che i contadini si sono impadroniti della vigna, e papa Francesco spiega che lo hanno fatto “per la loro cupidigia e superbia” togliendo a Dio “la possibilità di realizzare il suo sogno sul popolo che si è scelto”.
Per cupidigia – ha sottolineato il Papa – “noi possiamo ‘frustrare’ il sogno di Dio” per questo bisogna lasciarci guidare dallo Spirito Santo che “dona la saggezza che va oltre la scienza, per lavorare generosamente con vera libertà e umile creatività”.
Papa Francesco ha concluso invitando tutti a “coltivare e custodire bene la vigna” affinché “i nostri pensieri e i nostri progetti saranno conformi al sogno di Dio” e cioè “formarsi un popolo santo che gli appartenga e che produca i frutti del Regno di Dio”.
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