Ricerca e formazione: due parole chiave dell'università italiana per puntare all'Europa

L’XI Simposio dei docenti universitari si è concluso con la partecipazione di 300 professori, di cui oltre un centinaio di relatori

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Puntare sulla formazione e sulla ricerca senza dimenticare però la forza delle proprie radici e la tradizione sempre rinnovata e mai uguale nella trasmissione del sapere. Sono questi i punti nodali dell’ XI Simposio internazionale dei docenti universitari. “Il nostro compito – ha spiegato il professor Cesare Mirabelli presidente del Comitato scientifico del Simposio – può essere riassunto in tre punti: l’impegno costante di fare ricerca sempre con passione; la formazione dei giovani, dandogli sempre linee guida per il loro futuro e il costante dibattito con i nostri colleghi. Mai restare isolati nelle proprie idee non si arriva a nulla, solo insieme si raggiungono dei risultati”

E la necessità di un confronto tra i diversi atenei, è stato sottolineato anche da Luigi Nicolais, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

 “Oggi  tutto cambia molto velocemente – ha ricordato- gli avanzamenti tecnologici  sono continui e tutto sta nella capacità delle imprese di saper competere e non restare indietro. Diventa quindi fondamentale anche un raffronto tra impresa ed università. D’altro canto però, il passato non va cancellato ma diventa una lezione verso il futuro ed è proprio quello che l’Italia deve fare: guardare al domani imparando da ciò che è stato ieri”.

E il Simposio, in questa edizione, si è inserito nell’ambito della presidenza italiana del semestre dell’Unione Europea.

 “Oggi – ha detto Sandro Gozi sottosegretario agli Affari Europei – bisogna puntare alle eccellenze. L’università italiana deve camminare insieme agli altri atenei europei, attraverso programmi comuni. L’evoluzione tecnologica è molto veloce e quindi non è possibile decidere all’ inizio degli studi universitari che lavoro si andrà a fare.  Per questo noi dobbiamo essere sempre al passo su questo punto. E la ricerca diventa quindi la strada da percorrere, per uscire dalla crisi e dare un futuro alle nuove generazioni”

E i lavori sono stati conclusi dall’ intervento del vescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi delegato per la Pastorale Universitaria diocesana.

“Siamo in un cambiamento d’epoca – ha spiegato il vescovo – le università devono essere consapevoli di ciò, se vogliono essere a servizio della società. Questo è uno dei punti importanti del nostro simposio: guardare alla realtà evitando di cadere in ideologie e miti. Per questo sono necessari uomini e donne concreti, pronti ad assumersi la grande responsabilità, che ci viene data dalla società di costruire un mondo globale, investendo proprio sulla cultura.”

E l’invito da parte del presule a continuare l’impegno una volta tornati nelle proprie università: “Noi – ha concluso – come Chiesa non abbandoniamo il campo e continueremo a sostenervi nel vostro compito culturale, perché il nostro è un servizio silenzioso, ma che porterà sicuramente i suoi frutti con le nuove generazioni”

E monsignor Leuzzi ha dato a tutti appuntamento per il XII Simposio Internazionale dei docenti universitari, che si svolgerà dal 25 al 27 giugno 2015 a Roma, e che avrà come tema “L’università per un nuovo umanesimo”.

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ZENIT Staff

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