Vangelo
Mt 11,25-30
Lettura
Oggi, festa di san Francesco, il Vangelo ci ripropone gli atteggiamenti che sono il fondamento della vita di Gesù: Egli si fa piccolo e nasce tra i poveri; Egli sa vivere di poco e chiede ai suoi di diffidare della ricchezza. Francesco ha compreso l’esempio di Cristo e lo ha messo in pratica. Possiamo dire che la storia del Cristianesimo ha cambiato prospettiva nel guardare a Gesù e al suo Vangelo proprio per l’intuizione e l’esempio di Francesco d’Assisi. Come ricordiamo, sua norma di vita fu “il Vangelo senza spiegazione”, che non è disprezzo per lo studio o l’esegesi del testo, ma piuttosto la volontà di realizzarlo pienamente, senza fare sconti o riduzioni.
Meditazione
Quali sono le intenzioni profonde del Padre? Hai nascosto ai sapienti… hai rivelato ai piccoli. Si tratta di un invito a scegliere di stare dalla parte di quanti nella vita sono di poco conto, a vivere come persone che non si appoggiano ai beni materiali. Francesco ha ben compreso questa verità. Il suo impegno nel realizzare la volontà del Padre rivelatagli dal Crocifisso, si traduce nel fatto che egli non solo sopportò, ma volle la Povertà. Come è stato cantato: la fece sua sposa, ne professò l’attualità nella vita sociale, si immedesimò sempre più in essa, come fonte della sua spiritualità: «poscia di dì in dì l’amò più forte» (Par 11,63). San Francesco ci aiuta a riconoscere due pericoli della ricchezza: anzitutto la sua forza di catalizzare sui beni – calcoli e vicende che li riguardano – tutta la nostra attenzione e sensibilità. E così i beni spirituali appaiono lontani, difficili, inadeguati a risolvere il problema del nostro vivere quotidiano. Secondo: la spinta a diventare egoisti, cioè così trepidanti per la nostra vicenda personale, da isolarci, da temere l’altro, da inclinarci alla diffidenza, all’invidia, addirittura all’inimicizia. Di qui la mancanza di solidarietà, la chiusura dei raggruppamenti sociali e il mancato aiuto alle nazioni più deboli. I beni servono al pane, all’educazione, al miglioramento della vita, alla cultura e alla pace; siano essi rivolti a creare lavoro, a produrre beni utili alla vita; siano di tutti e non solo di alcuni. In termini contemporanei, il messaggio sulla povertà e la ricchezza viene così espresso da Papa Francesco: «Dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide» (Evangelii Gaudium, n. 53).
Preghiera
Aiutaci, Francesco, ad essere poveri, cioè liberi, staccati e signori di noi stessi e delle cose, nella ricerca e nell’uso delle cose terrene che sono pesanti perché ci trascinano a sé, e sono passeggere e fugaci.
Agire
Farò oggi attenzione ai desideri di possedere e alla voglia di spendere, e troverò il modo di destinare con maggiore generosità qualche mio possesso agli altri.
Meditazione a cura di mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it