Per scoprire come si svolge questa incredibile attività di comunicazione sociale, ZENIT ha intervistato Jean Paul Kayihura, Rappresentante continentale per l’Africa della World Family di Radio Maria. In Africa Radio Maria trasmette già in 17 Paesi. Tre sono i nuovi Paesi dove le stazioni radio cominceranno a trasmettere nel corso dell’anno. In Ruanda e Burundi, Radio Maria è l’unica emittente radiofonica esistente.
In Africa ogni edizione di Radio Maria trasmette in più lingue. Insieme al francese, all’inglese, al portoghese e allo spagnolo, più dell’80% dei programmi sono trasmessi nelle lingue africane, affinché anche le persone che non hanno frequentato la scuola possono ascoltare, capire e intervenire.
Secondo Kayihura, Radio Maria “media il compimento di un miracolo”. In Africa infatti la maggior parte della gente non abita vicino ad una Chiesa. Il numero maggiore di persone vive in zone rurali. Per andare in Chiesa devono camminare una o due ore. Le distanze sono grandi, per questo motivo la gente può frequentare la Chiesa una volta alla settimana e con difficoltà. Attraverso Radio Maria però la gente può seguire ogni giorno, direttamente da casa, la Messa, la recita del rosario, la lettura delle Sacre Scritture, i programmi informativi ed educativi.</p>
“Non sono un teologo – ha confessato Kayihura – ma immaginate i benefici di una persona che con difficoltà ascoltava la parola di Dio una volta a settimana e che ora invece la ascolta ogni giorno. Immaginate quanti frutti questa pratica può generare. Diciamo che ci sono cambiamenti spirituali in atto. Inoltre, sentendo la radio, molti imparano a pregare. Il rosario è una preghiera che piace agli africani perché parla di Maria e dei misteri”.
In Africa la Radio è uno strumento molto efficace. Perché la cultura africana è fondata sulla comunicazione orale. Molto meno diffusa è la pratica della lettura. A questo va aggiunto il fatto che anche la gente più povera, quella che vive nei villaggi non dispone di denari sufficienti per acquistare giornali, riviste, o un televisore. Per la tv manca anche l’energia elettrica, mentre la radio funziona con le normali batterie o con i pannelli solari. La radio costa poco ed è diffusissima. Tutti, anche i più poveri, hanno almeno una radio.
Secondo Kayihura un altro elemento che favorisce la diffusione dell’ascolto di Radio Maria è l’interattività, cioè, i programmi di radio Maria non vanno solo a dire, ma dispongono di molte ore di programmazione in cui l’ascoltatore può intervenire in diretta. Per questo Radio Maria ha più ascoltatori. Quando c’è un tema in discussione, e questo viene portato alla Radio, ecco che ci sono centinaia di chiamate, domande, interventi.
Questo favorisce un processo di maggiore e più larga conoscenza, di più grande socialità, di pratica alla libertà, ed alla democrazia, un vero sviluppo della comunicazione sociale, con grandi effetti per una educazione al comportamento virtuoso e informato della gente. Interessante scoprire che al dialogo che Radio Maria offre, partecipano tutti, non solo i cattolici, ma anche musulmani, cristiani di diversa denominazione, credenti delle religioni animistiche, agnostici.
I programmi di Radio Maria sono strutturati in tre grandi settori. Il primo dedicato alla Formazione Umana, e cioè ai diritti umani, all’educazione alla pace, alla formazione scolastica, alla cultura, alla salute. C’è poi il settore dedicato alla formazione cristiana (morale pastorale, mariologia, teologia). L’ultimo settore è dedicato alla preghiera comunitaria.
Kayihura ci ha raccontato che l’approccio verso gli ascoltatori di Radio Maria è dolce, tranquillo, pacifico. Tutti i temi vengono trattati con sobrietà e tendenza al bene. Non vengono trasmesse notizie che sono aggressive, scandalistiche o morbose. Il tono è pacato e compassionevole. Un ascoltatore quando ascolta Radio Maria si rilassa, si interessa, si calma, perché non ha un approccio aggressivo. Molti dicono, “quando ascolto Radio Maria trovo la pace dentro di me”. Un programma molto seguito è la lettura della Bibbia. Visto che pochissimi in Africa praticano la lettura, i conduttori di Radio Maria leggono e spiegano brani della Bibbia. La gente ascolta, conosce e capisce.
La crescita della diffusione di Radio Maria impressionante. In genere inizia la sua attività in una diocesi. Appena i vescovi ed i parroci notano che la comunità cristiana cresce, con un incremento del numero di chi partecipa alla Messa e che pratica i sacramenti, chiedono anche loro. D’altro canto Radio Maria parla alla gente per tutte le ore, ogni giorno, per tutti i giorni dell’anno. Con i programmi di educazione cattolica la gente cresce in conoscenza e in fede. Questo fenomeno è confermato anche dalla crescita delle vocazioni.
“Il miracolo più grande – ha spiegato Kayihura – è che ci sono tante persone povere che offrono la carità per Radio Maria, perché riconoscono che la Radio gli fa compagnia e l’aiuta nella crescita della vita spirituale e sociale”. Quando per qualche motivo tecnico Radio Maria perde il segnale e non riesce a trasmettere, sono tantissime le chiamate al telefono di gente che chiede di ripristinare al più presto il servizio. Inoltre Radio Maria non si accontenta di trasmettere nelle città ma punta a raggiungere le periferie.
In prossimità dell’inizio del Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, abbiamo chiesto a Kayihura, quali i problemi della famiglie africane, e lui ci ha spiegato che la famiglia è un istituzione ancora molto solida in Africa. Ogni africano non può immaginarsi senza famiglia perché si sentirebbe isolato e perso. La famiglia realizza il desiderio umano di vivere con gli altri, e quando si ha qualche problema la famiglia aiuta. Tutta la famiglia cerca la soluzione. È un problema di tutti. Vivere da soli è un cammino difficile e triste. La gente è felice quando accanto ha la moglie, i figli, i parenti, e vive in armonia.
Il problema più serio delle famiglie africane è ancora oggi quello della povertà materiale. Quando manca il cibo, l’acqua, gli abiti, i soldi per l’educazione dei figli, quando manca il necessario, allora si scatenano i conflitti e la famiglia rischia di implodere. “C’è un altro problema – ha continuato Kayihura – e si tratta delle ideologie e di culture non africane, che l’Occidente vuole imporre, come per esempio l’omosessualità, o l’uso di contraccettivi. Non si discute, i Paesi ricchi fanno ricatti, “se non fate così non vi diamo più aiuti” e la gente percepisce questo come una brutale imposizione dei Paesi occidentali, una “minaccia”.
Un altro problema riguarda la diffusione di una cattiva educazione attraverso i nuovi media. Per esempio la diffusione di pornografia su internet. La pornografia non è una cultura diffusa in Africa, le donne sono coperte, le gonne sono sopra il ginocchio, c’è pudore. Il contenuto di pornografia senza freni che viene diffuso è deleterio soprattutto per i giovani, e le famiglie africane sono preoccupate. Questi messaggi diffusi tramite tv e internet quasi distruggono la buona educazione che i genitori cercano di insegnare e trasmettere ai loro figli. Kayihura ha sostenuto che “la Chiesa cattolica dovrebbe trasmettere su internet i contenuti buoni sulle virtù della famiglia ed anche limitare la diffusione della pornografia, della violenza, del non rispetto delle donne, dei bambini e delle bambine”.
Per quanto riguarda il rapporto con l’Islam presente in molti Paesi dove Radio Maria trasmette, Kayihura ha raccontato che “non c’è un solo Paese dove Radio Maria ha problemi con i musulmani. Perché Radio Maria sostiene tutte le persone, invita alla pace, alla vita comune, alla convivialità”. Quando ci sono le malattie e i conflitti Radio Maria c’è. Per dare un esempio Radio Maria in Sierra Leone partecipa moltissimo nella lotta per contrastare l’ebola. Per Kayihura dove si scatenano i conflitti prima di p
arlare di religioni o di etnie si dovrebbero analizzare le cause. In genere si tratta di gente interessata ai soldi e al potere. Chi cerca soldi e potere utilizza la religione o l’etnia per giustificare la guerra.