«La drammatica domenica mattina del giuramento del governo Letta ha descritto la situazione del Paese molto meglio di tanti talk show e di tante pagine di carta stampata» commenta Francesco Belletti, presidente del Forum. «Un passaggio certamente positivo (il giuramento di un governo, finalmente costituitosi dopo due mesi di convulse discussioni tra i partiti, dai toni troppo spesso esasperati e violenti) è stato travolto dal terribile gesto di Luigi Preiti, che ha dato un assalto disperato ai palazzi del potere, finendo per accanirsi contro “figli del popolo” come lui».
«Un gesto violento, figlio della disperazione, che appare per ora lontano mille miglia da qualsiasi progetto eversivo. Eppure è l’avvenimento più importante che il nuovo governo e il Parlamento tutto devono sapere interpretare da subito. E’ il grido di un’Italia ferita, cui è stata rubata la speranza. E appare tremenda l’apparente freddezza di chi ha sparato, colpevole senza scusa alcuna ma anche vittima del suo stesso gesto, figlio della crisi economica persistente, delle tensioni sociali, delle parole violente che hanno avvelenato l’aria».
«Drammatica – prosegue Belletti – è anche l’idea, dal poco che ci è dato sapere, che a Preiti siano mancate soprattutto due risorse essenziali per la vita e la dignità di ogni persona: il lavoro e la tenuta della famiglia. Ritrovarsi senza il lavoro e privo dei legami familiari lascia la persona sola, fragile, preda dello sconforto, con un senso incolmabile di abbandono: privo di speranza».
«Ed è proprio sulla speranza che il Paese deve rinascere – conclude – Ed è proprio della speranza che ogni persona ha disperato bisogno per affrontare la fatica quotidiana del vivere. Il folle e disperato grido di Preiti mette quindi con forza sul tavolo del governo, ben prima e con molta più chiarezza di ogni priorità politica o di qualunque lista di punti programmatici due priorità assolute: LAVORO E FAMIGLIA. Due risorse insostituibili per il benessere di ogni persona, due pilastri fondamentali per il presente e per il futuro di ogni società».