Un aiuto alla "povertà intellettuale", l'evangelizzaziomania

L’ignoranza della verità e delle ricchezze che la vera fede offre è una vera e propria forma di indigenza

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In ZENIT del 26 marzo scorso c’era un articolo su Le parole di Papa Francesco prima di essere eletto Pontefice che ci offre l’estro per sfruttare il primo dei quattro punti ivi elencati, nei quali il cardinale Bergoglio “esprime la sua personale visione sulla Chiesa nel tempo presente”. Esso diceva:

«Il primo di questi punti è centrato sull’evangelizzazione, e afferma che “la Chiesa deve lasciare tutto e andare nelle periferie”, non solo quelle geografiche, ma anche quelle umane ed esistenziali. Deve raggiungere gli ultimi, avvicinare le persone dove si manifesta il peccato, il dolore, l’ingiustizia e l’ignoranza».

In pratica si tratta di un punto che lega l’evangelizzazione con un’opera di CARITAS. Una caritas che evangelizzando, e quindi indirettamente, emancipando da miseria e promuovendo sviluppo, fa opera di soccorso a gente “povera”. Non si è poveri solo se mancano mezzi materiali. E’ povertà anche la subcultura, l’ignoranza, in tutti i campi. Sappiamo tutti che dare un pesce basta a sfamare, mentre insegnare a pescare dona una ricchezza mentale che può sia sfamare sia aprire al soggetto la strada della ricchezza materiale. E dunque anche l’ignoranza della verità e delle ricchezze che la vera fede offre, sia per questa vita che per la vita ultraterrena, è una vera e propria forma di povertà. Anzi è la più dannosa, per i danni gravi e spesso irreversibili, che causa. Ed essa alligna più facilmente nelle “periferie”, siano esse geografiche che non geografiche. I miraggi costruiti da MRA e Sette sono come un tarlo trasversale che possono attecchire sulla ignoranza religiosa, la disinformazione biblica, l’essere “culturalmente indifesi” come Mons. Lorenzo Minuti, fondatore del GRIS di Roma, qualificò sia gli aderenti ai MRA e sette che le persone a rischio di aderirvi. Non siamo certo noi a dire per primi che esiste una “carità intellettuale”, nella quale rientra e l’evangelizzazione, la teologia, e, umilmente, anche l’opera del GRIS teso a informarsi e informare sui miraggi di religioni che indirizzano verso cocenti delusioni finali. Ed è anche ovvio che l’essere ben informati circa le verità ultraterrene si riversa poi in beneficio sociale aiutando singoli, famiglie e società, a discernere ciò che è bene, male, meglio, peggio, vero e falso, cioè a liberarsi dal corrosivo relativismo per quanto attiene alla fede e all’etica; di qui la Fides et Ratio e la Veritatis Splendor nostre guide e manuali di riferimento. 

In margine al caso Allam

Salvo ulteriori precisazioni, l’abiura alla fede cattolica da parte del nostro fratello Magdi Cristiano Allam (essendo battezzato è nostro fratello nella fede a vita, oltre che come creatura umana) è stata motivata dal disaccordo tra ciò che lui si aspettava che la Chiesa dicesse e facesse e ciò che la Chiesa (o meglio la gerarchia ecclesiastica) dice e fa attualmente nei rapporti con l’islam. Insieme dice di rimanere seguace di Cristo e sarà da vedere se un domani aderirà a una denominazione cristiana esistente o resterà un… libero tiratore.

Come GRISsino (è questo il modo scherzoso e amichevole con cui il nostro fondatore del GRIS di Roma ci ha presentati da sempre) mi interrogo anch’io, come hanno fatto altri, per chiedermi cosa direi a questo nostro fratello che ha perso l’orientamento.

E penso che anzitutto lo farei riflettere sul fatto che forse la sua fede – ma in questo (ahimé!) è in buona compagnia! – non ha approfondito a dovere quella che pare essere la cenerentola delle discipline teologiche: l’ecclesiologia. Ed in essa (ripeto ora una riflessione già fatta) non deve aver approfondito la distinzione, molto illuminante, tra diritto divino e diritto ecclesiastico. Sì, perché le scelte pastorali (comprese le mosse politiche del vaticano in quanto Stato) rientrano quasi tutte nel diritto ecclesiastico e non toccano il dogma su cui si basa la fede. Esse come tali sono soggette al giudizio della storia; con il senno di poi per chi le giudica dagli effetti e con il senno di prima per chi è così lungimirante e preveggente da poterle giudicare (beato lui!) nel momento che vengono prese. Io penso che al massimo, certe scelte pastorali – ma non solo di ora, si pensi a certe mosse di Giovanni Paolo II e anche di Benedetto XVI ritenute da alcuni inopportune! – possono creare in un cristiano adulto nella fede delle perplessità, non già il rifiuto di una fede che, se è cattolica, dovrebbe aver vagliati e trovati sufficienti i  suoi motivi di credibilità e, come si diceva una volta, anche di credendità. Questa è una esigenza di fondazione sulla roccia che andrebbe coltivata almeno sin dalla Confermazione (sennò cosa si conferma?) dietro l’esplicito perenne invito di San Pietro. (Cf 1Pt 3,15) 

Dio, Cristo, Chiesa, la triangolazione inscindibile

Mons. Piercarlo Landucci – un tempo direttore spirituale del Seminario Romano, grande educatore di Sacerdoti e fine apologeta, ora Servo di Dio – che è stato eletto dal GRIS di Roma come proprio patrono, raccomandava nei casi di dubbi sulla fede di rifarsi a queste tre verità fondamentali: esistenza di Dio, Cristo-Dio rivelatore del Padre, la Chiesa come sua portavoce. Se esse sono state ben fondate e collegate tra di loro, il dubbio viene superato immediatamente rifacendosi a queste certezze di fondo, anche se la soluzione dovesse farsi attendere. In altre parole, se non si è d’accordo con la Chiesa Cattolica, ma se la si è riconosciuta come l’unica che ha tutti i numeri a posto per proporsi come quella fondata da Gesù, si discuterà, si pregherà, si litigherà anche, ma non si uscirà dalla famiglia sbattendo la porta; men che meno per motivi non attinenti al dogma, cioè alla fede!

Il nostro fratello Allam, forse e purtroppo, è stato vittima proprio di quel relativismo che spinge ad aderire alla fede per motivi diversi da quelli veramente fondanti. Più col cuore che con una robusta teologia, sia teologia rationalis che revelationis; e il cuore, si sa, ti porta dove gli pare. Nel suo caso lo ha portato alla prima delle riduzioni operate da MRA sedicenti cristiani da noi già accennate: Cristo sì Chiesa no.

La nostra preghiera è dunque d’obbligo, insieme all’augurio di un auspicabile ripensamento poggiato sulla roccia.

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Sandro Leoni

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