"Un cristiano non può mai essere triste!"

Durante la messa delle Palme a San Pietro, papa Francesco dà appuntamento ai giovani alla GMG di Rio de Janeiro

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Un giorno di festa in un clima di gioia. Con questo spirito, stamattina papa Francesco ha inquadrato la celebrazione in piazza San Pietro della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, la prima grande solennità liturgica del suo pontificato.

“Non siate mai uomini, donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento!”, ha detto il Santo Padre durante l’omelia, con riferimento alla gioia che accompagna l’ingresso di Gesù in Gerusalemme.

“La nostra – ha proseguito il Pontefice – non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma dall’aver incontrato una Persona: Gesù, dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti!”. A braccio, ha poi ripetuto due volte: “Non lasciate rubare la speranza!”.

Dopo “gioia”, la seconda parola chiave è “croce”, definita dal Papa il “trono regale” di Gesù, che entra in Gerusalemme non per ricevere “gli onori riservati ai re terreni” ma per essere “flagellato, insultato e oltraggiato”.

La regalità di Cristo è tutta nella “potenza di Dio” e Gesù “prende su di sé il male, la sporcizia, il peccato del mondo, anche il nostro peccato, e lo lava, lo lava con il suo sangue, con la misericordia, con l’amore di Dio”.

Tanti sono i mali che affliggono l’umanità: “Guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, di potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato”. Gesù Cristo li prende tutti su di sé, sulla croce, sentendo “tutto il peso del male e con la forza dell’amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella sua risurrezione”.

Per vincere il male, Dio non sceglie “mezzi potenti” ma trionfa proprio grazie alla croce. “Non dobbiamo credere al Maligno che ci dice: non puoi fare nulla contro la violenza, la corruzione, l’ingiustizia, contro i tuoi peccati! Non dobbiamo mai abituarci al male!”, ha esclamato papa Francesco.

Con Cristo siamo in grado di “trasformare noi stessi e il mondo” e di vincere la paura di “uscire da noi stessi”, di “andare verso gli altri”, di affrontare il “sacrificio”, come possono fare “per amore”, una mamma o un papà. La croce e il sacrificio vanno sempre accettati con amore, perché, in questo modo, conducono non alla tristezza ma alla gioia.

L’ultima parola chiave menzionata dal Papa è “giovani”. Da 28 anni a questa parte, infatti, la Domenica delle Palme, coincide con la Giornata Mondiale della Gioventù diocesana. Per l’occasione, papa Francesco ha ricordato ai giovani presenti: “Voi avete una parte importante nella festa della fede!”.

Il Santo Padre ha poi aggiunto: “Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre, anche a settanta, ottant’anni! Con Cristo il cuore non invecchia mai!”.

I giovani, ha proseguito papa Francesco, sono coloro che non si vergognano della Croce di Gesù e la portano in tutto il mondo per ricordare che essa “ha abbattuto il muro dell’inimicizia, che separa gli uomini e i popoli, e ha portato la riconciliazione e la pace”.

Ricordando l’ormai prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro (23-28 luglio), il Papa ha dato appuntamento ai giovani “in quella grande città del Brasile” e li ha esortati: “Preparatevi bene, soprattutto spiritualmente nelle vostre comunità, perché quell’Incontro sia un segno di fede per il mondo intero”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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