Lettura
Nell’ultimo giorno della festa della Capanne l’evangelista Giovanni, attraverso il resoconto di varie opinioni su Gesù, lo presenta nel momento centrale della sua missione di rivelatore del Padre e fonte dello Spirito Santo. Gesù dichiara solennemente di essere la fonte dell’acqua della vita, capace di dissetare chi crede in lui. Questa affermazione suscita reazioni discordanti sulla sua origine e sulla sua messianicità. Nicodemo, con coraggio, mette in guardia i farisei dal commettere un atto contro la legge; ma anche se non viene presa alcuna decisione, si preannuncia l’epilogo della passione.
Meditazione
Man mano che Gesù manifesta la sua vera identità suscita divisioni e diventa segno di contraddizione. Nel giorno più solenne della festa delle Capanne, Gesù, riferendosi al rito dell’aspersione dell’acqua attorno all’altare, si presenta come la sorgente dell’acqua viva simbolo dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui. Fra la gente ci sono opinioni contrapposte sulla persona di Gesù. Sulla scia dell’attesa tradizionale, alcuni lo ritengono come il profeta suscitato da Dio (cfr. Dt 18,15-18), altri come il Messia. Il dibattito si sposta sulla provenienza geografica e sull’origine umana di Gesù. Alcuni, nella loro ignoranza, pensano che Gesù non sia della stirpe di Davide, credendo che sia nato in Galilea, regione da cui dove proviene, ed escludono la sua messianicità. A questo punto intervengono i sommi sacerdoti e i farisei che, approfittando del dissenso tra la gente, tentano di farlo arrestare dalle guardie, che però rimangono affascinate dall’autorevolezza della sua parola e della sua personalità. Anche Nicodemo, ammiratore nascosto di Gesù che aveva incontrato precedentemente di notte (cfr. Gv 3,1-2), si richiama alla Legge per chiedere che Gesù non venga giudicato prima di essere ascoltato. I farisei rispondono con tono sarcastico, dando un giudizio sprezzante sul popolino ignorante, ma rifiutandosi di ascoltarlo manifestano la loro ignoranza invincibile da cui deriva la loro cieca incredulità. Gesù viene accolto più facilmente dalle persone semplici del popolo che dai sapientoni chiusi nella loro presunzione e autosufficienza. Anche oggi Gesù è un segno di contraddizione che provoca accoglienza e rifiuto, fede e incredulità. Si tratta di due scelte opposte, ma decisive da cui dipende la propria salvezza o perdizione.
Preghiera
«Custodiscici nel tuo nome, Padre dell’umana famiglia, riscalda i nostri cuori, guarda benigno, amabile è il tuo nome Cristo Salvatore eterno sacerdote, unico ovile e unico Pastore» (Giovanni XXIIII).
Agire
Domandiamo la grazia di approfondire la nostra fede in Gesù, e di testimoniarlo con coraggio senza scandalizzarci delle critiche e delle contrarietà.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo eletto di Monreale, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it