Lettura
I due miracoli operati da Gesù a Cana di Galilea costituiscono una cornice, nella quale Giovanni inserisce diverse risposte di fede alla prima rivelazione di Gesù, da parte di tre categorie di persone: i Giudei ortodossi, rappresentati da Nicodemo che visita Gesù di notte; gli eretici samaritani, che accettano la testimonianza di una donna e, soprattutto, quella di Gesù; e un funzionario pagano che, avendo saputo dei miracoli compiuti da Lui, chiede la guarigione del figlio malato e crede alla parola di Gesù, ancor prima di vedere il segno della guarigione, dopo il quale si converte con tutta la famiglia.
Meditazione
Gesù si reca a Cana, dove aveva compiuto il primo segno del cambiamento dell’acqua in vino in una festa di nozze. In Galilea, terra “internazionale” dove convivevano israeliti e pagani, viene a trovarlo un funzionario di corte che lo invita a scendere a Cafàrnao fino alla sua casa, per guarire suo figlio mortalmente malato. Gesù gli dà una risposta che a prima vista sembra dura e strana: «Se non vedete segni e prodigi voi non credete». Perché Gesù risponde così? Perché non vuole essere considerato un semplice guaritore, ma vuole far intraprendere al suo interlocutore un cammino di fede. Malgrado la risposta di Gesù, l’uomo ripete la stessa richiesta. Gesù non risponde alla richiesta e non va a casa dell’uomo, ma lo invita a fidarsi della sua parola e gli dice: “Vai! Tuo figlio è vivo!”. Egli chiede che il funzionario creda che suo figlio è già guarito. E l’uomo, senza ancora vedere nessun prodigio, crede nella parola di Gesù e si mette in cammino. Sulla strada del ritorno riceve la conferma della guarigione del figlio e si compie per lui il miracolo della fede. In questo episodio c’è un cammino di fede: il funzionario passa dalla fiducia in Gesù, concepito come un guaritore che cura attraverso il contatto fisico, al credito dato unicamente alla parola di Gesù, senza ancora vedere il segno, senza avere la verifica della guarigione del figlio; ciò che, poi, lo porta a credere – lui e la sua famiglia – alla persona di Gesù come figlio di Dio, fonte della vita. Questo pagano crede prontamente alla parola di Gesù e diventa modello di fede per i discepoli, che saranno chiamati beati se crederanno alla parola di Gesù anche senza aver visto (Gv 20,29). Una fede è matura, se si fida unicamente della Parola di Dio ed è comunicata agli altri.
Preghiera
«O Salvatore di tutte le genti; o Gesù innocente vittima pasquale, che hai riconciliato i peccatori col Padre, effondi ogni desiderato dono su tutti e singoli i membri dell’umana famiglia» (Giovanni XXIII).
Agire
Chiederò a Gesù il dono di una fede matura da testimoniare innanzitutto nella mia famiglia.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo eletto di Monreale, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it