La vita dell’attuale Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) si intreccia con alcuni dei momenti salienti della storia del nostro Paese e della Chiesa. Allievo del cardinale Giuseppe Siri, Angelo Bagnasco ne è stato il successore come arcivescovo di Genova, fino a diventare presidente della Conferenza Episcopale.
Bagnasco nasce a Pontevico (Brescia), il 14 gennaio 1943, da una famiglia genovese, rifugiatasi nella campagna lombarda durante la Seconda Guerra Mondiale. Al termine del conflitto, la famiglia Bagnasco rientra nel capoluogo ligure dove il loro secondogenito completa gli studi ginnasiale e liceali presso il seminario arcivescovile. Viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1966, dal cardinale arcivescovo di Genova, Giuseppe Siri.
Nei suoi primi vent’anni, il cammino sacerdotale e pastorale di Angelo Bagnasco è per lo più di tipo diocesano, con vari incarichi parrocchiali e, dal 1970 al 1985, come assistente ecclesiastico del gruppo scout ASCI.
Laureatosi in Filosofia all’Università di Genova nel 1979, Angelo Bagnasco ha una lunga esperienza di insegnamento a vari livelli: dal 1975 al 1984 è stato docente di italiano, presso il liceo classico del seminario diocesano genovese.
Dal 1980 al 1998 è stato docente di metafisica ed ateismo contemporaneo presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Dal 1980 al 1993 è stato assistente diocesano della Federazione Universitaria Cattolica Italiana.
È stato ordinato vescovo il 7 febbraio 1998, diventando titolare della diocesi di Pesaro; due anni dopo è stato elevato ad arcivescovo. Il 20 giugno 2003, nel pieno delle guerra in Iraq, viene nominato ordinario militare per l’Italia.
Il 29 agosto 2006, Bagnasco viene nominato arcivescovo di Genova, in sostituzione del cardinale Tarcisio Bertone, nominato a sua volta Segretario di Stato Vaticano.
Pochi mesi dopo, papa Benedetto XVI lo nomina presidente della Conferenza Episcopale Italiana, in sostituzione del cardinale Camillo Ruini, congedatosi per limiti di età. Entrato in carica come capo dei vescovi italiani il 7 marzo 2007, Bagnasco è stato creato cardinale il 24 novembre dello stesso anno.
Dal 30 settembre 2011, è vicepresidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. Il 31 gennaio 2013 è stato eletto presidente del comitato per il Progetto Culturale della Chiesa Italiana.
Bagnasco ha assunto la guida dell’episcopato italiano in un momento storico assai delicato. Titolare della pesante eredità del cardinale Ruini, l’arcivescovo di Genova ha dovuto affrontare numerose sfide, a partire dalla ricostruzione del tessuto ecclesiale del paese, divenuto con gli anni molto eterogeneo e fragile.
Il presidente della CEI ha dovuto anche fare i conti con la crisi della società civile e con la difficoltà di coinvolgimento dei laici nella Chiesa italiana. Tra le sue battaglie, Bagnasco sta affrontando quella del rilancio dell’etica e dell’impegno politico dei cattolici, appoggiandosi in ciò agli appelli di papa Benedetto XVI per una “nuova generazione di cattolici in politica”.
È stato uno degli animatori delle convention di Todi (2011-2013), volte alla ricostruzione dell’unità e dell’impegno dei cattolici in politica. In questa veste si è contraddistinto per la sua linea intransigente sui principi non negoziabili, pilastro imprescindibile dell’orientamento etico di ogni cattolico attivo politicamente.
In occasione del primo dei due incontri di Todi (17 ottobre 2011), il presidente della CEI ricordò che il ruolo dei cattolici – nella storia d’Italia e non solo – è sempre stato positivamente determinante in tutti i momenti storici critici. L’impegno politico e sociale, quindi, non è un optional e venirne meno comporta “peccato d’omissione”.
In occasione del secondo meeting di Todi (27 gennaio 2013), il cardinale Bagnasco ha ribadito la propria linea, prendendo le distanze da ogni tentativo di compromesso al ribasso da parte dei cattolici italiani a vario titolo impegnati in politica.
“Non si può far finta di accantonare i problemi quando sono semplicemente nodali nelle società post-moderne”, ha detto il porporato in quell’occasione, aggiungendo che “quando si giunge di fronte alla grande porta dei fondamentali dell’umano, non è possibile il silenzio da parte di alcuno, persone e istituzioni”.
Durante la sua prolusione all’ultimo Consiglio Permanente della CEI (28 gennaio 2013), il cardinale Bagnasco ha sottolineato i concetti di “biopolitica” e “bioeconomia”, ribadendo, sulla scia del magistero sociale di Benedetto XVI, che l’attuale crisi economica è inscindibile dalla crisi antropologica, e che lo sviluppo umano non è in contrasto con lo sviluppo economico, anzi il secondo è strettamente dipendente dal primo.
Nel Conclave che sta per iniziare, Bagnasco figura tra i 28 cardinali elettori di nazionalità italiana.