Lettura

La parabola evangelica, posta a conclusione del discorso comunitario di Matteo, prende spunto dalla domanda di Pietro sui limiti del perdono. Mentre i rabbini ritenevano che si potesse perdonare solo per tre volte, Gesù, rovesciando la logica dell’Antico Testamento contenuta nel cosiddetto canto di Lamech (Gen 4,23-24), parla di un perdono illimitato, che ha come modello il Padre dal cuore grande. La parabola manifesta l’enorme sproporzione tra la straordinaria generosità del re che condona un debito smisurato e la grettezza d’animo del servo malvagio, per invitare ad un perdono che parte dal cuore. 

Meditazione</strong>

Noi poniamo sempre limiti al nostro amore come fa Pietro, chiedendo a Gesù di definire la misura del perdono. Gesù, però, rispondendo abolisce ogni misura: «settanta volte sette», cioè sempre. Il perdono è come l’amore, senza limiti e senza confini. Gesù impone a Pietro e ai discepoli di disporsi ad un perdono illimitato. La parabola dei due debitori, aggiunta da Gesù, serve ad affermare la necessità del perdono. Nella parabola c’è il contrasto fra il paradossale comportamento del re dal cuore grande che si impietosisce e condona un debito enorme e quello del servo ingrato e spietato, che si rifiuta di condonare un piccolo debito ad un suo compagno. La cifra astronomica serve a mettere in rilievo l’enormità del debito dell’uomo davanti a Dio, ma anche a far risaltare l’esiguità del credito che l’uomo può vantare nei confronti di un altro uomo. Eppure Dio perdona, l’uomo no! La Bibbia ci rivela l’amore sconvolgente di Dio, con la sua disponibilità al perdono a qualunque costo, anche quello più elevato del prezzo del sangue prezioso del suo Figlio. Siamo chiamati a vivere con profonda fiducia il rapporto con Dio, che è ricco di misericordia. La misericordia di Dio nei nostri confronti ci deve aiutare ad allargare il cuore e ad essere magnanimi. L’amore chiede di essere ricambiato con l’amore. Chi non accetta di perdonare il fratello non ha preso sul serio l’immenso amore di Dio che ci accoglie e ci perdona. Se Dio, nella sua infinita misericordia, ha avuto compassione delle nostre miserie, noi dobbiamo fare lo stesso nelle relazioni con i nostri simili. Ma come è possibile che noi ci disponiamo a perdonare? Attraverso un percorso di fede con il quale facciamo esperienza dell’amore gratuito di Dio per la nostra vita. 

Preghiera

«Tenetemi ben stretto, o Signore, e vicino al vostro cuore, in un sol palpito col mio. Amo sentirmi legato indissolubilmente a voi con una catena d’oro, intrecciata di vaghi e gentili anelli» (Giovanni XXIII). 

Agire

Nell’Eucaristia farò memoria dell’amore di Gesù Cristo per me per disporre il mio cuore al perdono nei confronti di qualcuno che mi ha offeso.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo eletto di Monreale, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it