ROMA, venerdì, 30 novembre 2012 (ZENIT.org) – Un lettore di lingua inglese ha rivolto la seguente domanda a padre Edward McNamara:
La mia domanda è se c’è un ordine stabilito che spiega quale candela accendere nella seconda settimana d’Avvento. Alcuni membri della commissione liturgica hanno detto la candela a destra della prima candela accesa (andando in senso antiorario), altri hanno detto la candela a sinistra (in senso orario). So che la terza settimana è la candela rosa. –– DC, San José, California (USA)
Padre Edward McNamara ha dato la seguente risposta: Non sembra che ci sia un ordine stabilito, sia ufficialmente che tradizionalmente, tranne che la candela di colore rosa viene accesa la terza Domenica (Gaudete) di Avvento. Le altre tre candele sono di solito di colore viola, anche se il Benedizionale permette quattro candele viola o bianche. Presso i protestanti quattro candele di color rosso sono le più comuni, con l’aggiunta occasionale di una candela bianca al centro per rappresentare Cristo. In alcune regioni di Paesi come l’Italia e il Brasile si usano a volte candele di quattro colori diversi, che vengono accese dalla più scura alla più chiara, in modo da indicare la progressiva illuminazione del mondo con l’avvicinarsi di Cristo.
Mentre non sembra esserci alcun ordine prestabilito per quanto riguarda la prima e la seconda candela: è tradizione che va mantenuto l’ordine in cui vengono accese. In altre parole, arrivando alla quarta Domenica va accesa per prima la candela della prima settimana, poi quella della seconda settimana, successivamente quella rosa ed infine l’ultima. Questo ordine va mantenuto ogni volta che le candele vengono accese nell’arco delle quattro settimane.
Piuttosto discusse sono invece le origini della corona di Avvento. Alcuni ne pongono gli inizi nella tradizione scandinava pre-cristiana. Altri sostengono che sia un prodotto del Medioevo o del Luteranesimo cinquecentesco. Un ricercatore ha anche proposto che le origini della versione moderna della corona d’Avvento sono da cercare ad Amburgo, Germania, nel 1839, per iniziativa del pastore protestante Johann Hinrich Wichern (1808-1881). L’usanza si è diffusa lentamente nelle altre chiese, tra cui quella cattolica, e in altri Paesi, per sbarcare negli Stati Uniti negli anni ‘30 del secolo scorso.
Quest’ultima versione non è impossibile. Un’usanza, in particolare una annuale come questa senza documenti ufficiali che impongono la sua attuazione, può apparire antica dopo circa tre generazioni. Ad eccezione dell’America del Nord, l’usanza della corona d’Avvento è relativamente recente e si è diffusa in alcuni Paesi latino-americani, e anche in Italia, solo negli ultimi 20 anni.
Qualunque sia la verità, la corona è un simbolo che la maggioranza delle denominazioni cristiane possono condividere ed apprezzare.
Il simbolismo della corona d’Avvento è assai bello. Il cerchio della corona, senza inizio né fine e realizzato con sempreverdi, rappresenta l’eternità e la vita eterna trovata in Cristo.
Le quattro candele rappresentano le quattro settimane di Avvento, la cui progressiva accensione esprime l’attesa e la speranza che accompagnano la venuta del Messia.
Ci sono vari modi per interpretare le quattro settimane. Ad esempio, la prima settimana evoca i patriarchi e la virtù della speranza. La seconda settimana ricorda i profeti e la pace. La terza settimana rappresenta Giovanni Battista e la gioia, mentre la quarta ed ultima settimana presenta la figura di Maria e la virtù dell’amore. Se c’è una quinta candela (bianca, al centro), essa rappresenta naturalmente Cristo, vale a dire la luce del mondo, e viene accesa la vigilia di Natale o il giorno di Natale.
Altri modi per interpretare le quattro settimane e/o candele sono possibili, a condizione che rispettino il carattere liturgico del periodo.
*I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.
[Traduzione dall’inglese a cura di Paul De Maeyer]