«Non facciamo pagare la crisi ai più deboli»

Appello del PIME, che ha presentato i dati sull’aiuto alle missioni nel 2011-2012

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MILANO, giovedì, 29 novembre 2012 (ZENIT.org) – La crisi economica non molla la presa e c’è il rischio che anche persone e famiglie che hanno sempre dato un contributo per i poveri taglino la voce “solidarietà” del loro bilancio. Ma la risposta alla crisi non può essere il ripiegamento su di sé, bensì un coraggioso “prendersi carico” di chi più fatica a sopravvivere e a garantire a se stessi e ai propri figli i bisogni indispensabili.

«Guai se la spending review di casa la facessimo sulle spalle dei più deboli!»: è l’appello che la Fondazione PIME Onlus, espressione del Pontificio Istituto Missioni Estere, ha lanciato ieri, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la storica sede di via Mosé Bianchi 94 a Milano.

All’iniziativa hanno preso parte padre Alberto Caccaro, presidente della Fondazione PIME Onlus e direttore del Centro missionario PIME di Milano, padre Sergio Fossati e Fabrizio Carabelli, dell’Ufficio Aiuto Missioni del PIME e la dr.ssa Cinzia Di Stasio, segretario generale dell’Istituto Italiano della Donazione.

Con circa 500 missionari (padri e laici consacrati) sparsi in 18 Paesi del mondo, il PIME opera per l’evangelizzazione e la promozione umana delle popolazioni locali. A supportarne l’attività è la Fondazione PIME Onlus, che garantisce trasparenza, affidabilità ed efficacia alla raccolta fondi, come testimonia anche l’adesione all’Istituto Italiano della Donazione.

Nel corso degli ultimi 10 anni sono transitati dal Pime di Milano alla volta del Sud del mondo ben 73, 9. Su questa cifra è stata applicata una trattenuta per le spese di gestione inferiore all’8%, tra le più basse in assoluto in Italia. Dal 2008, attraverso l’iniziativa “Segui il tuo euro”, presentata in conferenza stampa dall’amministratore Andrea Ferrari, viene garantito il massimo della trasparenza: con questo sistema, infatti, il donatore può verificare sul sito www.pimemilano.com in tempo reale la gestione della propria donazione.

«“Segui il tuo euro”, il sistema di rendicontazione e tracciabilità promosso dalla Fondazione PIME Onlus, rappresenta un esempio assolutamente coerente con l’attività dell’Istituto: è un virtuosismo della rendicontazione per quanto concerne il terzo settore in Italia», ha detto dr.ssa Cinzia Di Stasio, segretario generale dell’Istituto Italiano della Donazione.

Che ha aggiunto: «La Fondazione PIME Onlus è – ad oggi – l’unica organizzazione che riesce a rendere così trasparente il percorso delle donazioni. Ha iniziato questo percorso già da qualche anno, con dei risultati davvero entusiasmanti da questo punto di vista e il progetto “Segui il tuo euro” ne è una dimostrazione palpabile. La cosa importante da sottolineare è che questo percorso è volontario: nessuno ha obbligato la Fondazione PIME Onlus a certificarsi. Il marchio dell’Istituto Italiano della Donazione è un qualcosa in più che la Fondazione PIME Onlus vuole dare ai propri donatori.

Ciò comporta uno sforzo organizzativo e anche economico: il Pime paga una quota per l’adesione all’Istituto Italiano della Donazione. Quindi questo è un valore aggiunto, perché non è dovuto lo sforzo che la Fondazione PIME Onlus fa per dare una garanzia in più ai donatori su come sono gestite le risorse raccolte».

Come altri enti, anche la Fondazione PIME Onlus registra quest’anno un calo sensibile nella raccolta fondi (-30%  nel periodo gennaio-settembre 2012 rispetto al medesimo periodo del 2011); anche il numero delle persone impegnate nel sostegno a distanza è sceso sotto la soglia dei 13.000 (-8%).

Ma è proprio in un tempo come questo, quando il benefattore si fa più attento che mai all’organizzazione cui affida il frutto della sua generosità, che occorre un surplus di credibilità. Trasparenza e affidabilità sono i due punti di forza con i quali la Fondazione PIME Onlus si propone al mondo dei benefattori, presenti e potenziali. Ad essi si aggiunge un terzo, importante elemento: l’impatto sociale concreto dell’impegno dei missionari e dei volontari laici sul terreno. Dal 2003 a oggi l’Ufficio Aiuto Missioni ha supportato oltre 450 progetti di sviluppo in diversi Paesi. Sono tuttora aperti 53 progetti, di cui beneficeranno non meno di 100 mila persone.

Uno degli ultimi progetti varati è “Giocare per crescere”, promosso da padre Giuseppe Marchesi, missionario a Macapá, nell’Amazzonia brasiliana. È questo il progetto di solidarietà che la Fondazione PIME Onlus propone, in modo particolare, ai sostenitori vecchi e nuovi per il Natale 2012. L’obiettivo dell’iniziativa di padre Marchesi è organizzare attività formative e ludiche e costruire una palestra per i ragazzi nella periferia sud di Macapá, capitale dell’Amapá. Con tale struttura, la parrocchia Jesus Bom Samaritano potrà accogliere al meglio bambini e adolescenti per seguirli nel doposcuola e sottrarli così alle insidie della strada e della malavita.

Al progetto “Giocare per crescere” ha contribuito anche il notissimo trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo. Presso il Teatro-auditorium del PIME i tre artisti del sorriso hanno tenuto il 15 novembre scorso un laboratorio comico in vista del nuovo spettacolo “Ammutta muddica”, che debutterà il 30 novembre prossimo a Pavia. L’incasso della serata è stato interamente devoluto a questo progetto (http://www.missionline.org/index.php?l=it&art=5075).

Padre Marchesi, dal Brasile, ha mandato nei giorni scorsi un messaggio in cui ringrazia «gli artisti, tutti coloro che hanno promosso lo spettacolo e i partecipanti alla serata». Aggiunge che «violenza e droga nel nostro “bairro” stanno dilagando. Dopo vari assalti alla mia casa, su invito del vescovo, ho dovuto cambiare residenza e “bairro” e ora vivo con un altro padre. (…) Molti bambini e adolescenti portano dentro di sé ferite profonde che diventano causa di sofferenza e di rivolta».

Di qui l’urgenza di creare uno spazio educativo per offrire possibilità e alternative ai ragazzi. «Il doposcuola “I CARE” – continua – sta dando i suoi risultati. Pian piano, con fatica. Ma nessuno si sarebbe aspettato che Robson oggi sia chierichetto: quando lo dicevo tutti scuotevano il capo. E Breno mi ha chiesto d’essere padrino del suo battesimo, cosa impensabile qualche tempo fa».

Quanto alla palestra «è in costruzione. Abbiamo modificato un poco il progetto iniziale: sarà un po’ più semplice a causa delle spese elevate. Stiamo tentando, prima dell’arrivo delle piogge, di fare il pavimento di cemento e poi ci fermeremo. I bambini, impazienti, continuamente chiedono quando potranno giocare nella palestra. Concludo ringraziando per tutto ciò che avete fatto finora. Noi qui preghiamo per tutti i benefattori: agenti della Provvidenza».

Nel corso della conferenza stampa, infine, sono state presentate le iniziative natalizie del Pime, tra cui «Giro girotondo, gioca il mondo», una mostra fotografica che – dal 2 dicembre sino alla fine di gennaio – sarà esposta presso il Centro missionario Pime di Milano: un viaggio nella creatività dei bambini incontrati attraverso i progetti sostenuti dalla Fondazione PIME Onlus, dalla Guinea Bissau ad Haiti, dalla Thailandia al Brasile…

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ZENIT Staff

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