ROMA, giovedì, 29 novembre 2012 (ZENIT.org) – “La presentazione del ricorso alla Grand Chambre della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo è un atto rigoroso e indispensabile”, è il commento di Lucio Romano, Presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita, in merito alla domanda di rinvio da parte del governo italiano contro la sentenza di condanna della Legge 40.
“La seconda sezione di Strasburgo, ponendo impropriamente in relazione la Legge 40/04 con la Legge 194/78, e ritenendole tra esse incoerenti, ha assegnato in maniera indiretta alla diagnosi genetica preimpianto un esplicito ruolo di selezione degli embrioni”, rileva Romano.
“L’incongruenza, piuttosto, sta nel fatto che la diagnosi preimpianto non è una terapia finalizzata alla salute dell’embrione, ma alla sua selezione.
Secondo i dati della letteratura scientifica, pubblicati recentemente da Scienza & Vita (www.scienzaevita.org/materiale/BIOFILES_n20.pdf), solo l’1,5% degli oociti prelevati giunge al termine del percorso come gravidanza clinica ed esiste una percentuale non trascurabile di possibili errori diagnostici (2-5%). Invece di risolvere il problema, si procede scartando il meno adatto”.
“Rinnoviamo la nostra vicinanza alle coppie che vivono questa sofferta e difficile condizione di maternità e paternità, – conclude Lucio Romano – ma ricordiamo che attraverso la diagnosi genetica preimpianto si sacrificano vite ritenute non degne di essere vissute”.