ROMA, mercoledì, 28 novembre 2012 (ZENIT.org) – Pubblichiamo di seguito il testo della lettera di mons. Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare della diocesi di Roma e delegato per l’Ufficio per la pastorale Universitaria, rivolta a tutti gli studenti delle Università della Capitale che parteciperanno al pellegrinaggio del prossimo 1 dicembre presieduto da papa Benedetto XVI, in preparazione al Santo Natale, alla tomba dell’apostolo Pietro.
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Cari studenti universitari,
ritornando da Assisi con grande gioia ho più volte pensato ai vostri volti sereni e sorridenti: una nuova generazioni di innamorati di Gesù, come lo erano Francesco e Chiara!
Non abbiamo compiuto nessun gesto clamoroso, solo il silenzio dell’ascolto e la gioia di ritornare nella casa del Padre che ci vede da lontano e ci corre incontro. Aveva ragione Francesco: è questo l’unico e vero miracolo della nostra esistenza!
Ma a Roma, come solitamente accade nelle grandi città, sommersi da tanti rumori e dal ritmo incalzante degli impegni e degli spostamenti sarà ancora possibile rivivere questo miracolo?
Io sono certo di sì. Bisogna però organizzarsi, perché il tempo non è, come diceva Kant, un a-priori. E’ un dono! Non sono io il tempo, ma io sono nel tempo e devo riempirlo perché possa godere della mia esistenza. Chi può riempire il mio tempo?
Innanzitutto bisogna evitare il disordine e la confusione. Chi convive con essi si illude di poter dominare il tempo, in realtà è il tempo che domina lui. C’è un tempo per ogni cosa: il tempo per lo studio, per la preghiera, per l’amicizia, per la condivisione….. C’è anche un tempo per dormire!
Un tempo per dormire? Sì dormire, perché la notte ci è donata per riposare!
Nella mia vita non ricordo di aver saltato molte notti, se non in alcune circostanze di servizio, come avviene per tanti fratelli che lavorano di notte per garantire assistenza alla comunità. Non ho mai studiato di notte, mai girovagato di notte… solo tre volte per partecipare al pellegrinaggio notturno al Divino Amore!
Ogni uomo, dopo la fedeltà al proprio lavoro, ha bisogno di riposare per ricominciare! La prima reazione è quella di chiederci: ma perché devo riposare proprio di notte e non di giorno? Perché il riposo della notte e nella notte apre alla sorpresa di un nuovo giorno. Scegliere di dormire di giorno è perdere questa grande gioia!
Il mio pensiero corre alla notte di Natale, al silenzio di quella notte, in cui una luce brillò: quella della visita di Dio. In tanti monasteri del mondo uomini e donne vegliano durante la notte con il Signore, ma loro lo fanno per noi, per ricordarci che non tarderà a venire e quindi noi possiamo dormire sereni. A loro va il nostro grazie!
Ma c’è anche un episodio del Vangelo che ci fa capire la gioia del riposo della notte. Quando Giuda aveva deciso di tradire Gesù e lascia la sala, l’evangelista Giovanni commenta: ed era notte! (Gv. 13,30). Sappiamo tutti come Giuda vivrà la sua notte.
E’ notte quando l’uomo desidera dormire per dimenticare e cerca tutti i modi di entrare nel sonno per frantumare il suo tempo! Non dorme per la stanchezza del lavoro, ma per dimenticare ciò che ha vissuto. L’uomo non aspetta più il nuovo giorno con gioia, ma con la paura e la noia.
Allora si può dormire anche di giorno; anzi sempre! Nulla distingue il giorno dalla notte, perché il tempo diventa omogeneo, incolore. Affideresti la responsabilità di guidare un’istituzione, un’azienda, una realtà educativa a chi non dorme e se dorme lo fa per dimenticare? La crisi attuale non è forse provocata da uomini e donne che non ricordano perché vivono nella notte e dormono di giorno?
A voi, cari amici, la risposta, perché anche voi assumerete responsabilità nella Chiesa e nella società. Guai a noi se dissiperemo la notte per dimenticare le responsabilità verso i fratelli! Ecco la grande scelta che è davanti a noi: dormire per dimenticare o dormire per ricominciare!
Il cammino di Avvento che inizieremo con il papa Benedetto XVI nella celebrazione dei primi Vespri della prima Domenica è un invito a non aver paura della notte, perché il tempo è pieno della Parola che si è fatta carne nel grembo di Maria. Nel silenzio della notte la Luce brilla e ci sorveglia, come i genitori sorvegliano i propri figli che sanno che sono a letto a casa!
Cari amici,
è questa la vera certezza della nostra vita. Non correre, non fare rumore, non sgomitare. Pensa a recuperare il tempo della notte per dormire, del tuo riposo con il Signore, perché quando ti sveglierai sorgerà il Sole (visitavit nos Oriens ex alto) che ti illuminerà e ti guiderà nel nuovo giorno.
Il tuo oggi non è la ripetizione di ieri, ma una nuova tappa del tuo cammino verso la pienezza della tua vita. Non dormire più per dimenticare, ma dormi sereno perché Dio si è fatto bambino, perché tu possa prenderlo in braccio e tenerlo stretto a te. Non ti lascerà mai più e, soprattutto, non ti tradirà mai!
E’ Natale. Anche il tuo! Auguri di cuore.
+ Lorenzo Leuzzi,
Vescovo Ausiliare di Roma