di Flavia Marcacci*
ROMA, martedì, 27 novembre 2012 (ZENIT.org) – Il tempo di Avvento è quel periodo che precede il tempo di Natale. Il termine «avvento», che deriva dal latino «adventus» (connesso con il verbo «advenio», «giungere a, venire»), significa propriamente «venuta, arrivo», sebbene nell’uso comune indichi più spesso l’«attesa».
Il Vangelo che abbiamo letto [Mt 1,1-17] ci introduce nel vivo di questo tempo: nel percorrere i nomi di un’intera stirpe i versetti proposti evocano realmente un’attesa lunga generazioni. Tra le tanti chiavi di lettura utili ad avvicinarci al senso di questa genealogia, qui ne proponiamo una che potrebbe parlare in maniera speciale alle coppie.
Innanzitutto osserviamo che Matteo ripartisce la genealogia in tre serie di quattrodici generazioni l’una, per un totale di quarantadue generazioni (oltre 1500 anni). Ogni padre e ogni figlio vengono nominati, con un ritmo ripetitivo che quasi disorienta la nostra sensibilità di moderni.
Il motivo di questa lunga attesa si comprende bene solo alla fine: è l’ultimo discendente, Cristo, che ne decifra pienamente il senso e ne svela il guadagno. L’evangelista vuole chiarire la discendenza di Gesù dalla stirpe di Davide, come avevano profetizzato le Scritture, poiché appartiene a questa stirpe Giuseppe, padre putativo di Gesù.
Delle quarantadue generazioni ognuna ha un posto preciso, una peculiare collocazione nella storia, inconfondibile e insostituibile in questa catena. Ma a vedere bene si tratta di famiglie che, una dietro l’altra, hanno fatto strada alla salvezza: la famiglia di Abramo, Isacco e Giacobbe, senz’altro; ma anche quella di Booz e Rut, quella di Amos, di Zerobabele e così via.
La salvezza è passata attraverso famiglie, attraverso storie di coppie che, pur facendo esperienza del peccato, non hanno fermato la mano del Signore ma, aprendosi alla sua volontà, hanno facilitato i suoi progetti.
Ecco quindi un primo senso che questo brano ci consegna: ci sono state famiglie che hanno avuto un ruolo preciso, determinato, insostituibile nella storia della salvezza. La salvezza può passare tra le mura di casa nostra, tra le giornate di ognuna delle nostre famiglie, perché la salvezza è a dimensione di famiglia.
[Da: Flavia Marcacci, “Il Natale degli sposi. Per una spiritualità della tenerezza”, EDB, Bologna
2012]
<p>* Flavia Marcacci, professoressa di filosofia presso la Pontificia Università Lateranense, è sposa e madre di tre figli. Coniugando nella sua vita l’attività didattica e di ricerca – soprattutto inerente alla filosofia della scienza – a quella famigliare, in una continua dialettica tra ragione e fede, assieme al marito Roberto è capace di rendere ragione della bellezza e importanza della famiglia.