Una lettura che rivaluta Papa Alessandro VI

Secondo Mario Dal Bello, sui Borgia è stata costruita una leggenda nera

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di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 26 novembre 2012 (ZENIT.org) – La rilettura della storia e delle vicende di Papa Alessandro VI (1492–1503), al secolo Rodrigo Borgia, sollevano ancora oggi inquietanti interrogativi.

A fronte di un Pontefice che per secoli è stato descrito dai suoi avversari politici come, corrotto, assassino, in preda alla lussuria, pronto a tutto per accrescere e propagare il potere suo e della sua famiglia, il giornalista e docente di letteratura italiana e storia Mario Dal Bello ha spiegato nel libro edito da Città Nuova La leggenda nera. I Borgia, che fu abile e giusto nel governo della Chiesa, devoto di Maria e di Sant’Anna, magnanimo con gli ebrei e mecenate del bello artistico.

La storia ci racconta che Alessandro VI difese l’ortodossia, riformò ordini religiosi e monasteri, promosse Missioni nel Nuovo Mondo (l’America) e nei Paesi orientali. Sembra certa la sua personale devozione per varie forme di pietà, carità e preghiera.

L’autore del libro, ha ricordato anche come sia stata infangata la figura di Lucrezia, figlia di Rodrigo, la quale morì come terziaria francescana. Certo non è facile comprendere con gli occhi di oggi come un Pontefice potesse avere amanti, figli, gestire e bramare il potere fino a far avvelenare gli oppositori.

Il prof. Dal Bello ha spiegato che bisogna calarsi nel XVI secolo per capire cosa fosse il Pontificato in quei tempi. Intervistato da ZENIT ha spiegato, che tra le tante azioni buone di Rodrigo Borgia c’è l’indizione e l’organizzazione del Giubileo del 1500, con azioni pratiche e pratiche religiose che sono resistite anche ai nostri giorni. Come per esempio l’apertura della Porta Santa.

Fu papa Borgia a far costruire la  strada rettilineache va da Castel Sant’Angelo a piazza San Pietro, Lo fece per gli ingorghi che sembra avessero funestato il Giubileo del 1450. I lavori per la nuova strada iniziarono nell’aprile 1499 e si conclusero alla vigilia di Natale. La strada prese il nome di Alessandrina, ma dopo la morte di papa Borgia i romani la chiamarono “Borgo Nuovo”

Il Papa alessandro VI organizzò l’accumulo di approvvigionamenti alimentari, calmierò i prezzi, aprì ospizi per alloggiare i pellegrini meno abbienti. Il cerimoniale ed i riti specifici per aprire e chiudere l’Anno Santo vennero stabiliti da papa Borgia, e sono tutt’ora vigenti.

Alla domanda su come si spiega l’uso del veleno per eliminare i nemici, Dal Bello ha risposto che “I Papi di quei tempi erano immersi nella mondanità, e qualcuno usò anche la violenza per giungere e gestire il potere. Si comportavano più come capi di Stato che uomini di fede. E’ dopo il Concilio di Trento che tutto è cambiato”.

E come si spiegano i figli, abbiamo chiesto? “Per noi è difficile capire – ha precisato l’autore del libro –  ma la mentalità era diversa. Che i preti avessero dei figli non era una cosa straordinaria. Erano tempi in cui venivano creati cardinali e Pontefici, che fino a qualche anno prima avevano avuto una vita mondana con moglie e figli. Prima di diventare Pontefici hanno avuto figli sicuramente Pio II, Innocenzo VIII, Giulio II e Paolo III. Alessandro VI ebbe figli anche quando era già Pontefice. Il celibato era una legge trascurata da tutti, solo dopo il Concilio di Trento ridiventa obbligatoria”. 

Di fronte a queste vicende della storia “c’è da riconoscere quanto misericordioso è il Signore che perdona gli uomini, riesce a scrivere anche su righe storte e difende la Chiesa anche dal peccatio dei suoi membri”.

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ZENIT Staff

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