di Luca Marcolivio
CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 23 novembre 2012 (ZENIT.org) – Stamattina, al termine del XXIII Congresso Mondiale dell’Apostolato del Mare sul tema Nuova evangelizzazione nel mondo marittimo. Nuovi mezzi e strumenti per proclamare la Buona Novella, papa Benedetto XVI ne ha ricevuto in Udienza i partecipanti nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano.
Anche l’Apostolato del Mare, ha sottolineato il Santo Padre, implica l’urgenza di una “collaborazione ecumenica e interreligiosa sempre più solida” e di una “visione integrale dell’uomo” per affrontarne le relative problematiche.
Benedetto XVI ha poi sintetizzato l’evoluzione storica del medesimo Apostolato, le cui Costituzioni, che incoraggiavano la missione del “ministero marittimo”, furono approvate nel 1922 da Pio XI, mentre nel 1997 il beato Giovanni Paolo II, con il Motu proprio Stella maris,ne confermava e rinnovava gli obiettivi pastorali.
“Sin dagli albori del Cristianesimo, il mondo marittimo è stato veicolo efficace di evangelizzazione”, ha ricordato il Pontefice. La navigazione marittima è stata, infatti, il principale mezzo di spostamento dei primi Apostoli – significativi, in particolare, i viaggi di San Paolo – per diffondere la parola di Dio «sino agli estremi confini della terra» (At 1,8).
Con la sua “presenza capillare” nelle cappelle portuali di tutto il mondo, la Chiesa Cattolica è in grado di riservare una “accoglienza fraterna” a turisti, marinai e migranti, come “segno visibile della sollecitudine verso quanti non possono ricevere una cura pastorale ordinaria”.
In questo contesto, condizionato dai “complessi effetti della globalizzazione”, le criticità e le “situazioni di ingiustizia” non mancano: si pensi agli equipaggi “soggetti a restrizioni per scendere a terra” o minacciati dalla “pirateria marittima” o, ancora, dai “danni della pesca illegale”. Tutti aspetti per i quali la Chiesa è tenuta a manifestare “sollecitudine” e “materna cura”.
Il settore della pesca, ha aggiunto Benedetto XVI, è soggetto più di altri alla “incertezza del futuro”, in virtù degli “effetti negativi dei cambiamenti climatici” e dell’“eccessivo sfruttamento delle risorse”. Pertanto anche ai pescatori e alle loro famiglie, il Pontefice ha espresso la “vicinanza della Chiesa”.
Un altro aspetto, sottolineato con apprezzamento dal Santo Padre, è relativo all’“apostolato dei laici” nel settore marittimo: tra questi figurano molti “diaconi permanenti” e volontari dei Centri Stella Maris, tuttavia, più in generale, si riscontra una “una crescente attenzione per sostenere gli altri membri dell’equipaggio, incoraggiandoli anche a ritrovare e intensificare il rapporto con Dio durante le lunghe traversate oceaniche, e assistendoli con spirito di carità nelle situazioni di pericolo”.
Dopo aver esortato i partecipanti all’Udienza a “fare tesoro del Concilio Ecumenico Vaticano II”, il Santo Padre ha rinnovato il “mandato ecclesiale” che, in comunione con le varie Chiese locali di appartenenza, pone i responsabili dell’Apostolato del Mare, “in prima linea nell’evangelizzazione di tanti uomini e donne di diverse nazionalità”, che transitano nei porti.
In conclusione il Papa ha rivolto ai presenti l’esortazione ad “annunciare il Vangelo”, manifestando “il volto premuroso della Chiesa che accoglie e si fa vicina anche a questa porzione del Popolo di Dio” e rispondendo “senza esitare alla gente di mare, che vi attende a bordo per colmare le profonde nostalgie dell’anima e sentirsi parte attiva della comunità”.