Vorrei asciugare le tue lacrime, Signore!

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, giovedì, 22 novembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Nella festa della martire Cecilia, patrona dei musicisti, siamo invitati a meditare sul pianto di Gesù mentre guarda Gerusalemme. Il pianto ha qualcosa di musicale: le lacrime sincere fanno vibrare il cuore. Cecilia, come ogni martire cristiano, ci ricorda l’importanza della fedeltà e della testimonianza. Il Vangelo di oggi ci fa contemplare la forza del Cuore di Cristo che cerca con ogni mezzo di strappare le persone all’indifferenza e alla durezza del cuore.

Meditazione

Il pianto di Gesù alla vista di Gerusalemme emoziona e fa venire in mente l’episodio dell’incontro con Marta e Maria, davanti alla tomba dell’amico Lazzaro: anche lì Gesù scoppia in un pianto che scaturiva dal profondo. Il pianto di amore, di dolore e di compassione di Gesù su Gerusalemme e su quanti la abitano può anche non essere commentato, tanto è significativo, al punto che dovrebbe scuotere ognuno di noi dal torpore, dall’indifferenza e dalla superficialità che talune volte manifestiamo. Gesù desidera ardentemente la salvezza di tutti, e chiede a tutti un legame profondo con lui. Il pianto sulla “città della pace”è una denuncia delle sue colpe. La visita e la gloria di Gesù che si manifesterà negli eventi pasquali è un’ulteriore e definitiva occasione di speranza e di salvezza. Ma saranno capaci di accoglierla? La descrizione di quello che le accadrà sembra dire il contrario; immagini di guerra e di distruzione, eserciti che attaccano la città, l’uccisione di gente e la distruzione totale delle mura e delle case: ciò che è avvenuto al tempo di Nabucodonor sta per ripetersi. L’evangelista ne è a conoscenza e lo scrive: nell’anno 70, infatti, Gerusalemme fu accerchiata ed invasa dall’esercito romano e venne distrutto tutto. Dinanzi a questo sfondo storico, il gesto di Gesù diventa un avvertimento molto serio per tutti coloro che travisano il senso della Buona Novella. La visita di Gesù è una “visita di Dio”, un richiamo a trasformare radicalmente la propria vita. La fede non è solo una conoscenza intellettuale, non è solo una dottrina da imparare e da difendere, ma un’esperienza da vivere. Quante persone conoscono la dottrina cristiana, ma non sono capaci di un piccolo gesto di amore e di carità? Le lacrime sono un linguaggio universale, una lingua dell’anima che riversa la sovrabbondanza dei suoi sentimenti più sinceri. Le lacrime di Gesù ci spronano a prendere sul serio il Vangelo accogliendo il suo Regno che viene, anzi, che è già in mezzo a noi.

Preghiera

«Signore Dio tu ci hai strappati al potere delle tenebre per farci passare nel regno di tuo Figlio: concedici di vivere nel mondo senza essere del mondo e di aspettare la venuta gloriosa di Gesù, il Messia nostro Signore» (preghiera della comunità di Bose).

Agire

Possiamo asciugare qualche lacrima, se dovesse scendere, dagli occhi dei fratelli in difficoltà.

Meditazione del giorno a cura di Don Mimmo Repice, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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