di H. Sergio Mora
ROMA, lunedì, 19 novembre 2012 (ZENIT.org) – Cosmetici a base di embriofetale, l’eutanasia strisciante che si va installando per l’azione-omissione piuttosto che per una legislazione, una cultura che vede il paziente come un pozzo di petrolio. Senza dimenticare i problemi della vita dal suo concepimento, e non solo degli embrioni che già hanno forma umana.
Sono questi alcuni dei temi affrontati dal Presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici (FIAMC), lo spagnolo José Maria Simon, nell’intervista concessa in esclusiva a ZENIT, dove racconta anche dell’incontro tra il Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, il Congresso Europeo dei Medici Cattolici (AMCI – FEAMC), l’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI) e i partecipanti Conferenza Internazionale degli Ospedali Cattolici che si è svolto sabato scorso, in aula Paolo VI.
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Dott. Simon, iniziamo spiegano cosa è la Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici?
Simon: E’ una vecchia istituzione di diritto pontificio della Chiesa, che si pone come obiettivo la formazione alla morale dei medici, così come degli studenti di medicina o degli altri operatori sanitari. Svolgiamo, inoltre, attività di cooperazione in particolare sui temi della maternità. Il nostro lavoro viene portato avanti in più paesi possibili e nelle organizzazioni internazionali, in modo che la nostra visione cristiana della medicina possa essere meglio compresa e accettata.
Ci sono nuove sfide per la medicina di oggi?
Simon: Sì, ci sono nuove sfide ma sempre intorno agli stessi problemi: non vedere l’altro come una fonte di reddito; la difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale, e la trasmissione di quella vita; il rispetto spontaneo per il cadavere o per l’embrione morto che è comunque simbolo della persona e non può essere usato in qualsiasi modo.
Cosa preoccupa i medici cattolici in questo tempo?
Simon: Siamo preoccupati in modo particolare per il fatto che il tessuto embriofetale venga utilizzato per la cosmesi. E’ una cosa molto grave, che però avviene, ed ottenere le prova costa molto. Quando si accusa una società, essa sa difendersi molto bene, attraverso avvocati e giornalisti. E’ molto difficile quindi fare accuse specifiche, ma il fatto è lì, ci preoccupa, e deve essere combattuto.
C’è invece qualche speranza concreta?
Simon: Abbiamo grandi attese per questa Carta degli Operatori Sanitari, come di un nuovo codice deontologico, la cui seconda versione è in fase di preparazione da parte del Consiglio della Pastorale della Salute e della Dottrina della Fede. Il primo era già ricco di spunti, il secondo sarà solo un aggiornamento per le cose nuove riguardanti la medicina.
Abbiamo parlato poco fa di morte naturale e di rispetto della vita. Cosa ha da dire in proposito?
Simon: Innanzitutto c’è il problema dell’eutanasia che sembra andare avanti non tanto per le leggi, quanto per i fatti. Attualmente in molti paesi viene praticata un’eutanasia di azione-omissione. Qualcuno decide sulla tua vita: la famiglia, l’oncologo e via dicendo, determinano che la tua vita è finita, che non vale più la pena vivere, quindi la persona viene sedata e poi muore.
Si forza, quindi, la morte?
Simon: A volte sì e anche inutilmente. E’ importante capire che la missione del medico è quella di eliminare il dolore, l’angoscia, la sofferenza, e questo deve essere sicuramente fatto con tutti i mezzi possibili, senza però avanzare il processo di morte. In questo senso la definizione di eutanasia del Catechismo della Chiesa cattolica è molto buona, che vieta qualsiasi azione che, per evitare la sofferenza, procuri la morte.
Purtroppo questa pratica sta avanzando anche senza leggi che la permettano, dal momento che la cultura della morte si sta sviluppando a vari livelli: giudiziario, legislativo, mediatico, culturale, tra cui anche artistico, e via dicendo…
Quindi la questione non è più solo religiosa?
Simon: Ci sono molti medici in tutto il mondo che rispettano la vita umana, cattolici o meno, ma che hanno anche bisogno del sostegno di tutti o di argomenti su cui appoggiarsi.
E dove si trovano questi argomenti?
Simon: Abbiamo buone risorse sul nostro sito web, con portali, dichiarazioni pubbliche che prendiamo nelle nostre conferenze dove lavoriamo con le pubblicazioni scientifiche, presentiamo il progresso, la scienza, i rapporti sociali ed entriamo in contatto con i media. Con i medici cattolici preghiamo, diamo spazio all’ecumenismo e alla formazione morale dei problemi medici. Il Congresso si avvale veramente di tutto, anche del tempo libero in cui è possibile consultare un collega, e capire come si riflette su una questione in un paese o in un altro.
Come viene vissuto oggi l’accanimento terapeutico?
Simon: E’ un qualcosa da combattere. Tutta la medicina, sia quella ufficiale, che secolarizzata, insieme ai medici laici cattolici, alla Chiesa e alle altre chiese, sono d’accordo che è un abuso. Infatti, a volte, alcune diagnosi o terapie per i pazienti sono sproporzionate ai risultati che ci si può aspettare.
E per quanto riguarda la trasmissione della vita?
Simon: Siamo molto preoccupati anche per questo. L’enciclica Humanae Vitae espone una dottrina molto buona in tal senso, risolve un sacco di problemi. Chi la rispetta, rispetta sua moglie ed è fedele, non uccide i propri figli con l’aborto, non li genera in vitro, procrea naturalmente, e rispetta il fatto che l’embrione muoia naturalmente.
L’Humanae Vitae è quindi la strada da seguire per il futuro?
Simon: Assolutamente si, è profetica. La Humanae Vitae, sul sito web della FIAMC, è il nostro documento. Ora stiamo preparando un secondo documento che possa aiutare anche un luterano, ad esempio. Spero poi che l’anno prossimo, in occasione dell’anniversario della pubblicazione della Lettera apostolica Mulieris dignitatem, sarà possibile diffondere questo documento scientifico a sostegno dell’Humanae Vitae.
Che contributo ha portato la FIAMC al Sinodo?
Simon: La FIAMC ha ricevuto molto più di quello che ha portato. Abbiamo potuto partecipare alla riunione del Sinodo parlare con ognuno dei vescovi e degli uditori. Abbiamo conosciuto le Associazioni mediche cattoliche dei vari paesi e ci siamo fatti conoscere. Per non parlare dell’onore di essere a contatto con il Santo Padre. Ma principalmente ciò che abbiamo fatto al Sinodo è stato pregare e già solo questo è stato molto utile.
Parlando invece dell’aborto, oggi c’è molta più chiarezza e informazione a riguardo, tuttavia resta ancora una pratica molto diffusa…
Simon: L’aborto è un tema che abbiamo studiato molto. Purtroppo quando il diavolo entra in qualcosa, è difficile che si risolva solo attraverso la legge o gli argomenti, è necessario un aiuto dall’Alto.
Oggi la scienza mostra chiaramente che una vita umana può essere soppressa…
Simon: Oggi più che mai sappiamo che dal momento del concepimento, c’è un essere distinto dal padre e dalla madre, che si sta sviluppando in modo coordinato, graduale, progressivo, che necessita di “carburante” e per questo si impianta nell’utero della madre, per prendere questo carburante e continuare a crescere fino a diventare uno di noi.
Riguardo agli embrioni, forse c’è meno consapevolezza nella coscienza pubblica?
Simone: Sì, c’è una scarsa consapevolezza, nonostante abbiano una forma umana visibile. Credo però che la coscienza sia offuscata dal male.
Hanno forma umana anche i crioconservati?
Simon: Hanno la forma umana nella propria genetica, nel proprio DNA, che esprime: questo è un essere umano. Anche questa coscienza è offuscata dal male, ogni essere umano può comprendere che questo embrione microscopico è un essere umano.
In conclusione, qual è la giusta chiave per il trattamento dei pazienti?
Simon: Credo che una migliore competenza professionale consistita molto di più nel trattare le persone come fratelli, figli, genitori, e non come pozzi di petrolio.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Salvatore Cernuzio]