L'insistenza e il servizio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, sabato, 17 novembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Spesso, leggendo le parabole, si incontrano personaggi negativi. È il caso del giudice iniquo che non teme Dio e non ha rispetto per nessuno. Timore di Dio e rispetto per gli altri vanno sempre insieme. Le due prospettive si intersecano in continuazione. Il modo di fare del giudice non impedisce in alcun modo alla vedova di lottare perché le venga fatta giustizia. Anche l’insistenza costruisce il Regno di Dio e, nonostante il cattivo esempio che ci fa pensare che il mondo si sia allontanato da Dio, ravviviamo la nostra speranza e la nostra fiducia nel Dio che fa giustizia.

Meditazione

Il modo di fare del giudice iniquo è antipatico e provocatorio: non rappresenta Dio né interpreta i suoi atteggiamenti. La vedova invece, ci rappresenta molto, soprattutto quando ci sentiamo abbandonati e soli e cerchiamo disperatamente un aiuto ma troviamo solo opposizione, anche da parte di coloro che avrebbero il compito di sostenerci e guidarci. La parabola è un monito per tutti coloro che hanno un’autorità, anche nella Chiesa: non si deve mai dimenticare di essere al servizio di Dio e degli uomini. Non si può accantonare ciò che non interessa o acconsentire a richieste per sbarazzarsi di chi è importuno senza valutarle con onestà. L’incostanza e il disinteresse si nascondono difficilmente, e chi sta accanto trova un giusto motivo di critica e una validascusaper l’allontanamento. Nella terza lettera di Giovanni l’autore si trova di fronte a una comunità in cui il capo semina divisione. Indirizzata a un membro di questa comunità, la missiva è un incoraggiamento a continuare, nonostante tutto, a essere collaboratore fedele del Vangelo. Ci vuole coraggio per denunciare comportamenti sbagliati delle autorità, ma con serenità si deve ammettere che il Signore non risparmia critiche a nessuno. Tutti siamo sottoposti alla severa e dolce legge della Parola, strumento di discernimento per noi e per le nostre comunità. Nei monasteri, ad esempio, periodicamente la comunità si riunisce nel Capitolo per comprendere, decidere e agire alla luce del Vangelo e della Grazia. Dio non è come il giudice della parabola e i cristiani sanno che la preghiera è ascoltata, che la giustizia vincerà sull’iniquità e l’ingiustizia, finalmente, trionferà. Disorientamenti e disperazione non entrano nella vita dei credenti: la preghiera porta nello spirito pace e sicurezza per andare sereni verso Dio.

Preghiera

Padre dell’amore, sostieni i tuoi figli nell’esercizio del loro ministero, perché abbiano un cuore grande, e animati dallo Spirito Santo, imitino Cristo, giusto giudice e Signore della misericordia, per portare a ogni persona la Verità del Vangelo e la bellezza della tua Pace.

Agire

Agisco con giustizia evangelica nelle questioni quotidiane, sul lavoro, in parrocchia, in famiglia, consapevole che questo costruisce veramente il Regno di Dio.

Meditazione del giorno a cura di Don Mimmo Repice, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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