Sarà il cinema l'ultima tappa della via pulchritudinis tracciata dal progetto "Una Porta verso l'Infinito. L'uomo e l'Assoluto nell'arte". Dopo un viaggio tra la musica, l'arte figurativa, il teatro, l'iniziativa dell'Ufficio Comunicazioni Sociali del Vicariato di Roma, partita dallo scorso dicembre, esplora il poliedrico linguaggio della settima arte.
Domani sera, a Santa Maria in Montesanto - la nota Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo - si svolgerà, infatti, levento Cinema e bellezza, una serata di riflessione, dialogo e approfondimento delle molteplici prospettive tracciate dallarte cinematografica che vedrà la partecipazione di ospiti come: i registi Lina Wertmuller e Giuliano Montaldo; Matilde Bernabei, presidente di Lux Vide, e lattore Giorgio Pasotti. Il dibattito sarà moderato da Vittorio V. Alberti, docente di Filosofia presso la pontificia Università Lateranense.
All'incontro, parteciperà anche lo storico regista Franco Zeffirelli, attraverso una video-intervista realizzata in esclusiva per l'evento. Intervistato dalla trasmissione radiofonica Ecclesia in Urbe, in onda sulla Radio Vaticana, il Maestro racconta il passato, il presente e il futuro del cinema, secondo il suo punto di vista schietto e geniale che lo rende ancora, a 90 anni, una delle colonne della cultura italiana.
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Maestro, nella sua lunga carriera lei ha girato due film su temi religiosi che hanno fatto davvero la storia del cinema: Gesù di Nazareth e Fratello Sole, Sorella Luna. Come mai questa scelta?
Zeffirelli: Da quando ho cominciato a desiderare di fare il regista, ho sempre pensato un giorno farò le grandi storie della religione che hanno cambiato il mondo con una rivelazione, storie di uomini e donne che sono stati una scala tra il cielo e la terra. Quindi mi cullavo nell'età della formazione e delle fantasie con questi sogni. Poi qualcuno mi ha ispirato e spianato la strada, e senza troppe complicazioni sono arrivato ad essere incaricato di girare queste due grandi, grandissimi progetti, troppo grandi per la mia testolina.
In particolare, Gesù Cristo è sempre stata al centro di produzioni artistiche: dall'arte, alla musica, alla letteratura e, appunto, al cinema. Cosa c'è di diverso nella figura del Figlio di Dio da lei tratteggiata?
Zeffirelli: Mah... non ho mai guardato alle altre cose, non mi sono messo a fare una gara. Certamente mi sono avvalso della grande tradizione, dei tanti modi in cui la mitologia di Cristo è stata avvicinata alla gente. Ma lavorando mi sono accorto che non è affatto una mitologia, è carne della nostra carne, sangue del nostro sangue, è la realtà che viviamo e che ci pone in un cammino continuo di speranza del perdono e di conversione. Questo ho cercato di riportare nel film.
Secondo lei, c'è un elemento che emerge principalmente dai suoi film?
Zeffirelli: Si è l'amore, perché è attraverso l'amore che si arriva a Dio. L'amore l'avevo già sperimentato con il mio primo film Romeo e Giulietta, dove narravo questo impeto, questa spinta verso la spiritualità di due personaggi che si amano come amanti della carne, ma allo stesso tempo trovano attraverso la materia, la strada verso lo spirito. Ho cominciato, quindi, con l'amore della materia, poi l'amore che dalla materia parla allo spirito. E infine con il regno dello Spirito attraverso le grandi saghe cristiane di cui parlavamo prima.
Lei si è sempre dichiarato un cattolico praticante. Che valore ha dato questo alla sua arte?
Zeffirelli: Lei mi invita a rivelarmi e ricordarmi su quale è stata la strada che mi è stata suggerita e proposta da Chi decide tutto. Ma non credo di dover esser io a doverlo dire, lo si può capire considerando il mio lavoro, le mie opere. Non presumo di essere un profeta, ma sicuramente posso affermare di aver messo a disposizione dei grandi ideali cristiani i miei anni migliori.
Come si pone il cinema in una società che, come lei stesso ha detto, "ha perso il senso dell'etica e della morale"?
Zeffirelli: Il cinema un po' asseconda questa tendenza. Tuttavia esso è sempre quel "figlio briccone" che si permette di fare degli scherzi e delle esperienze che gli altri non fanno. È questo per me il vero cinema, quello che s'impossessa del proibito.
Lei quindi segue il cinema di oggi? Cos'è da promuovere e cosa da bocciare?
Zeffirelli: Da bocciare sicuramente quella propensione a far emergere il male, che è quello che cattura i vizi del pubblico, attizza la sua curiosità e fa vendere i biglietti. Io non ricordo nessun regista in particolare che abbia dato voce alla sua vocazione, al suo vero spirito. Questo perché tante volte non sono onesti e sinceri. Siamo dei peccatori, è vero, presi dal sesso, dai vizi, dalle cose materiali, ma nessuno ha mai guardato più in alto. Io un po' ho saccheggiato, lo ammetto, ma mi riconosco almeno il merito di esser sempre stato onesto. Ormai però il mio contributo l'ho dato, lascio spazio a quelli che verranno, perché probabilmente, anzi sicuramente, ci sarà qualcuno che cambierà questa corrente.
Comune denominatore dei suoi film è sempre stata la bellezza. Come è riuscito a coniugare questo elemento con le grandi storie di umanità che ha raccontato?
Zeffirelli: Non l'ho mica inventata io la bellezza! Ce l'ha messa davanti agli occhi Dio onnipotente, anche se noi spesso la trascuriamo o la deviamo. La bellezza invece è stata creata per rendere giustizia alla creazione. Tutto è bello nella creazione e noi, con i nostri mezzi, abbiamo fatto il possibile per rendere bello questo sogno della creazione, che era fondamentalmente il sogno di San Francesco. Francesco attraversa il mondo della miseria, facendola diventare patrimonio dell'umanità. Dalla ricchezza spirituale scaturisce dalla mancanza di vincoli materiali.
Se girasse oggi un film a cosa lo dedicherebbe?
Zeffirelli: Credo che l'argomento sia sempre lo stesso la lotta dell'uomo tra il bene e il male, i grandi ideali cristiani e le cose del mondo, il materialismo e la spiritualità dell'uomo ecc. Ho tanti progetti, tante cose che mi fulminano, mi interessano, mi commuovono, ma sono in un'età che non mi permette di imbarcarmi facilmente in opere di lavoro pesante come un film. Alla fine ho 90 anni suvvia!!!