Grazie sempre, per sempre

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, mercoledì, 14 novembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Per l’evangelista Luca, Gesù è un instancabile viaggiatore, determinato nel raggiungimento della meta, ma capace di gettare lo sguardo attorno a sé e attento alle richieste che gli vengono rivolte. La misericordia di Dio si manifesta in molti modi, come segno di un amore grande. La guarigione fisica, pur importante, è trascurabile rispetto a quella dello spirito, che Gesù dona al solo lebbroso tornato indietro per ringraziare. La bontà che il Signore ha vissuto necessita di una testimonianza sincera, possibile per il dono dello Spirito Santo, effuso abbondantemente su di noi.

Meditazione

Non è facile rendersi conto dei doni ricevuti e amare coloro che ce li hanno offerti. Chi torna da Gesù per ringraziare, dei dieci lebbrosi, è solo il samaritano! Esclusi, emarginati e disprezzati, i lebbrosi non potevano vivere in famiglia. La guarigione dei dieci evoca la vicenda di Naaman di Siria (2Re 5,9-10) a cui il profeta Eliseo aveva ordinato di lavarsi nel Giordano. Come Naaman anche i dieci devono credere prima ancora di sperimentare la guarigione. Gesù è in viaggio verso Gerusalemme (9,52-17,11), e sta uscendo dalla terra dei Samaritani. Le parole e i gesti di questi capitoli avvengono fuori dalla Giudea. Le comunità provenienti dal paganesimo ne avranno tratto forza perché si vanno annullando le disuguaglianze create dagli uomini. Inoltre, viene nuovamente stigmatizzato un modo sbagliato di vivere la religiosità. Bisogna aprire il cuore e accogliere tutti offrendo non tanto una guarigione fisica, ma quella della vita interiore, che dilata il cuore alla gratitudine (cfr. Lc 1,46-55; 1,68-79; 2,29-32). È uno stile del cuore, da sperimentare costantemente (1Ts 5,18). I cristiani fanno del ringraziamento la dimensione fondamentale della loro esperienza credente e comunitaria. La liturgia, in particolare quella eucaristica, è lode e ringraziamento a Dio di una comunità in cammino e in crescita, che si affida alla sua Parola, che si segna con la sua Croce, che vive alla sua Presenza, nell’attesa di contemplare il suo volto. Ringraziare Dio per quello che ci dà rende più consapevoli di ciò che si è ricevuto, fa dimenticare se stessi e rende più sensibili verso gli altri. Sembra una sfida per il nostro cammino di fede, ma si realizza con l’aiuto dello Spirito Santo.

Preghiera

«E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni, e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamogli grazie, perché procedono tutti da lui. E lo stesso altissimo e sommo, solo e vero Dio abbia e gli siano resi ed egli riceva tutti gli onori e la reverenza, tutte le lodi e tutte le benedizioni, ogni rendimento di grazie e ogni gloria, perché suo è ogni bene ed egli solo è buono» (San Francesco d’Assisi).

Agire

Posso partecipare alla Messa feriale ringraziando il Signore per i suoi innumerevoli doni.

Meditazione del giorno a cura di Don Mimmo Repice, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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