CITTA’ DI CASTELLO, mercoledì, 14 novembre 2012 (ZENIT.org).- Città di Castello e tutta la diocesi hanno festeggiato martedì 13 novembre la festa dei santi patroni, Florido e Amanzio. Tanti i fedeli che, in mattinata, hanno partecipato alle celebrazioni liturgiche nel Duomo inferiore dove sono conservati i resti dei protettori.
Grande la partecipazione alla celebrazione presieduta da mons. Domenico Cancian. Il pontificale del pomeriggio è stato arricchito da segni che mostrano la vivacità della chiesa tifernate: il ministero dell’accolitato conferito a David Tacchini e quello del lettorato a Simone Valori. Ancora, la ricorrenza del 25º anniversario del diaconato permanente che fu reintrodotto da mons. Carlo Urru. Dei primi quattro diaconi ordinati, Franco Marianelli e Giuseppe Gareffa erano in Cattedrale.
Anche quest’anno la festa dei patroni cade in un periodo di crisi. Da qui è partito mons. Cancian all’omelia. La crisi è di fondo; è dell’uomo che ha smarrito l’arte di vivere in relazione a Dio, a se stesso, agli altri. Sembra che il sistema di vita degli ultimi decenni sia imploso. “Sono sotto i nostri occhi preoccupanti emergenze: giovani senza lavoro e senza speranza; famiglia in sofferenza (in Italia si viene a sapere che 30.000 bambini sono contesi dai genitori); nuove povertà e miseria fino alla fame (l’Emporio della solidarietà della caritas è “a pieno regime” e non basta); le istituzioni perdono credibilità, mettendo in pericolo la partecipazione politica come nobile arte al servizio del bene di tutti, a partire dai più sfortunati”.
Cosa ci dicono oggi i nostri Patroni, pur lontani nel tempo?
I nostri Patroni che ricostruirono la città dopo la distruzione barbarica ci ricordano – prima di tutto – il fondamento dell’esistenza umana: “riscoprire e ritrovare nella fede l’unico vero Dio, il Signore della storia”. Solo nel Signore – ha ricordato mons. Cancian -nella sua Parola e nella sua presenza amorevole troviamo la bussola, la stella polare per continuare il cammino senza perderci.
Durante la messa è stato proclamato il Vangelo del Buon Pastore. L’immagine è una delle più significative del cristianesimo: Cristo vuole radunare l’umanità dispersa in un’unica famiglia. Accogliendo Dio come Pastore – ha ricordato mons. Cancian – ci ritroveremo tutti fratelli in Cristo. Riscopriamo così l’altro fondamento solido e sicuro nella nostra vita: la fraternità. “Con l’aiuto di Dio e con la comunione fraterna tra di noi possiamo davvero affrontare con fiducia e speranza le sfide del presente, così come hanno fatto al loro tempo, non certo più facile, i Patroni”.
Il Vescovo ha concluso pregando san Florido che nell’antica iconografia è raffigurato come il padre che con amore sostiene la città benedicendola, di continuare ad accompagnare dal cielo la sua e nostra Chiesa, la sua e nostra città”.
* Per leggere l’omelia di monsignor Cancian si può cliccare sul link:
http://www.zenit.org/article-33843?l=italian