di Franco Previte*
ROMA, sabato, 10 novembre 2012 (ZENIT.org).- Il Santo Padre Benedetto XVI° nell’ottavo Messaggio per la celebrazione del 1° gennaio 2013 della “Giornata Mondiale per la Pace” nella tematica “Beati gli Operatori di Pace” ha voluto incoraggiare tutti per rendere efficace la costruzione della pace, nei diritti fondamentali della libertà di coscienza, di espressione, di libertà religiosa, concetti in pericolo e consequenziali della crisi economica.
“Libertà religiosa, via per la pace”, sottolinea il Santo Padre, pace nella quale tutti i popoli devono ambire per la conservazione della libertà, soprattutto religiosa.
Il primato che il Santo Padre spesso sostiene, ricordando il 50° anniversario del Concilio Vaticano II° e l’Enciclica di Papa Giovanni XXIII° Pacem in Terris, mira all’essere umano, alla dignità dell’uomo, al servizio di ogni uomo senza discriminazione alcuna e con l’obiettivo del bene comune sul quale si fonda la giustizia e la vera pace.
Non a caso è stato scelto dal Santo Padre questa tematica, specie in questo periodo come i mass media informano, dove si stanno verificando “assalti” alla Chiesa Cattolica, “persecuzione” della religione Cattolica, le assurde “violenze” subite dalle popolazioni cristiane,”aggredita” la civiltà cristiana specialmente nelle Repubbliche del Pakistan, nella Repubblica federale della Nigeria e nello Stato delle Filippine.
Benedetto XVI°, continuando la tradizionale “Giornata della Pace” voluta dal Santo Padre Paolo VI°, ha voluto iniziare questo 2013 con un segno di profonda solidarietà verso le popolazioni cristiane in ogni parte del mondo, sulle emergenze e persecuzioni tali da tentare di “escludere la religiosità dal suo fondamento”, come la scritto nel Messaggio d’indizione della “Giornata” dell’8 dicembre 2010.
Un tema molto attuale ha scelto il Santo Padre “mentre si registrano diverse forme di limitazione o negazione della libertà religiosa” che provocano notevoli scompensi anche nel il rispetto della persona, della dignità umana, perché sono i più deboli, i “desaparecidos della n/s società” oggi, in diversi angoli della terra, a pagare il prezzo più alto.
Questa breve citazione del Santo Padre, che mi permetto di ricordare, ci invita a raccogliere la realtà in tutta la sua drammaticità, capirla e valutarla, perché esiste il timore di perdere quei diritti che fanno parte dell’etica civile, cioè il rispetto della dignità della persona che una progressione, anche, di “persecuzioni”, di “emarginazioni”,di “limitazioni” o “negazioni religiose”, tentano di cancellare.
Papa Ratzingher nel Messaggio per la “Giornata Mondiale della Pace 2013” ci invita con alto senso pastorale ad una riflessione concreta e sollecita, una presa di coscienza dello stretto legame che esiste nel n/s mondo globalizzato e interconnesso tra salvaguardia della libertà religiosa e “l’uomo che non può essere frammentato, diviso da ciò che crede, perché quello in cui crede ha un impatto sulla sua vita e sulla sua persona”.
Nel mondo in cui viviamo assistiamo impotenti ad una grande ondata di laicismo dilagante, dove tanti vivono come se Dio non esistesse, innanzi ad una situazione che si potrebbe chiamare dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo.
Ma il magistero della Chiesa infonde la speranza, dove la speranza di ogni generazione è un mondo di pace e serenità, perché ” il mondo ha bisogno di Dio, perché la pace è un dono di Dio”, quella pace che ad ogni essere umano deve essere garantita e che deve presiedere in tutti i popoli della terra siano cristiani o non cristiani.
Ma ancora in misura seppur minima, esiste la solidarietà e la libertà religiosa, che reputiamo essere fra i più importanti segni tangibili che la n/s società dovrebbe tenere ancor più in buona evidenza, valutando i problemi giornalieri della gente, dell’etica di questa società nella quale gli individui persone debbono ottenere il rispetto della loro dignità.