ROMA, sabato, 10 novembre 2012 (ZENIT.org).
Lettura
Le parole del Vangelo rappresentano una spiegazione di Lc 16,1-8, la parabola dell’amministratore disonesto, che col suo comportamento contribuiva all’impoverimento altrui. Servire la ricchezza è in contraddizione con il servizio da rendere a Dio, ed è per questo che è necessario fare una scelta. Alcuni farisei avevano fatto la scelta del denaro, ritenendo di poter ingannare chiunque: ma Dio conosce il cuore dell’uomo.
Meditazione
Gesù stigmatizza il cattivo uso della ricchezza. Essa ha qualcosa di sbagliato: la sottile tentazione di potere; l’avidità; i traffici loschi; lo sfruttamento; apre le porte agli sprechi e al cattivo uso del creato. Insomma, la ricchezza è nemica di Dio! Anche se ha dei vantaggi: la si può condividere! Altrimenti porta alla solitudine o alle amicizie forzate, vissute per interesse e comodità. Nell’Italia degli anni Cinquanta, uscita da una terribile guerra che l’aveva vista responsabile, oltre che sconfitta, ebbe successo una trilogia di film popolari di cui il primo si intitolavaPoveri, ma belli. Nella semplicità di queste pellicole traspare un’enfatizzazione della povertà e della dignità che da essa deriva, oltre alla possibilità che essa dà di guardare tutto con occhi diversi. Il Cristianesimo ricorda che la ricchezza può essere di ostacolo alla felicità e ad una vita essenziale vissuta nella condivisione. È un monito per tutti, anche per vescovi e preti, a evitare che parole come condivisione ed essenzialità siano solo degli slogan non supportati da fatti concreti e visibili. Bisogna gestire intelligentemente la ricchezza a favore di chi è nell’indigenza: quella materiale, oggi in aumento in maniera preoccupante anche nell’opulento Occidente industrializzato, ma anche quella morale, psicologica e spirituale, altro drammatico elemento di contraddizione del tempo delle comunicazioni e delle relazioni globalizzate. La solitudine, la mancanza di relazioni positive, la mancanza di salute fisica o psichica, sono tutte condizioni di indigenza che vanno considerate allo stesso modo delle altre, anzi, per certi versi, sono ancora più terribili e pericolose. Ancora una volta l’invito del Vangelo a essere generosi ci interpella e ci spinge a intessere relazioni con amici che avranno goduto delle nostre ricchezze. Nel giorno finale saranno presenti anche loro, e avranno da dire buone parole su di noi.
Preghiera
«Le opere dell’amore sono sempre opere di pace. Ogni volta che dividerai il tuo amore con gli altri, ti accorgerai della pace che giunge a te e a loro. Dove c’è pace c’è Dio, è così che Dio riversa pace e gioia nei nostri cuori» (Madre Teresa di Calcutta).
Agire
Proviamo a farci carico di una famiglia in difficoltà, come suggerito dal Papa durante l’incontro mondiale delle famiglie.
Meditazione del giorno a cura di Don Mimmo Repice, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it