Cristiani, spiritisti o stregoni?

Tanti giovani cercano Dio, ma trovano qualcos’altro. Come aiutarli?

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di Carlo Climati

ROMA, venerdì, 9 novembre (ZENIT.org).- L’approccio dei giovani con la religione, negli ultimi anni, è profondamente cambiato. Un tempo era la famiglia a trasmettere quei valori cristiani che rappresentavano una base educativa per il futuro: la fedeltà, l’amicizia, la lealtà, la legalità, il rispetto del prossimo, la cultura dell’impegno.

Oggi non è più così. La presenza sempre più invasiva dei mezzi di comunicazione, da internet alla televisione, ha ridisegnato lo scenario della spiritualità tra le nuove generazioni.

Tanti ragazzi cercano Dio o sentono il bisogno di vivere un’esperienza spirituale profonda. Ma subiscono il fascino delle esperienze più varie, spesso lontane dal Cristianesimo.

Sono i cantanti, gli attori, i personaggi della TV a lanciare le mode spirituali. Può succedere che un ragazzo legga un’intervista del suo divo preferito e resti affascinato dal suo cammino spirituale. Si incuriosisce e comincia a navigare su internet, cercando ulteriori informazioni attraverso i motori di ricerca.

E’ doveroso rispettare la libertà di ricerca dei giovani. Ma, al tempo stesso, occorre porsi alcuni interrogativi sui percorsi che vengono intrapresi.

Il principale problema nasce dalla doppia appartenenza, che consiste nel frequentare qualche movimento pseudo-religioso e pretendere di restare cristiani, nonostante l’oggettiva incompatibilità.

Ci sono, ad esempio, sedicenti “cristiani” che credono nello spiritismo e affermano di riuscire ad ascoltare le voci dei fantasmi. Sono ossessionati dalla ricerca di presunti suoni e rumori dall’aldilà.

Dietro certe derive ci sono spesso situazioni dolorose, come l’improvvisa morte di una persona cara. Possono essere devastanti per la mente di un giovane che non ha punti di riferimento sicuri.

Pensiamo anche a quanto stia diventando popolare una strana forma di stregoneria mielosa, praticata come una vera e propria religione. E’ un insieme di magia e superstizione. Propone una venerazione esagerata per la natura e per la Terra, che viene considerata una specie di divinità.

I giovani seguaci della stregoneria sostengono di non desiderare il male di nessuno. Praticano una serie di riti che avrebbero lo scopo di raggiungere particolari obiettivi: dagli incantesimi d’amore a quelli per conquistare la ricchezza. Si chiudono nella loro cameretta e preparano le proprie cerimonie, con candele ed incensi.

Per comprendere la reale dimensione del fenomeno, basta recarsi in una qualsiasi libreria. Non è difficile imbattersi in manuali di stregoneria che spiegano in modo dettagliato i vari riti. A questi volumi si aggiungono i tanti siti internet con contenuto esoterico e gli articoli pubblicati sulle riviste per adolescenti.

Dal punto di vista educativo, certe forme di stregoneria moderna rischiano di incoraggiare uno stile di vita all’insegna del non-impegno, che spinge i giovani ad isolarsi e a rifugiarsi nella dipendenza dalla magia.

Le credenze spiritiste e superstiziose trovano terreno fertile nel disagio di molti ragazzi costretti ad affrontare il dramma della solitudine, dell’assenza di dialogo in famiglia, delle difficoltà nella scuola o nei primi approcci con il mondo del lavoro. Il rito magico si trasforma in un possibile alleato, al quale appoggiarsi quando ci si sente soli e inascoltati, indifesi di fronte agli ostacoli della vita.

Oltre alla proposta delle religioni alternative, oggi i giovani devono confrontarsi con la diffusione di libri e film che propongono una visione alternativa del Cristianesimo. Spesso affermano di basarsi su presunti documenti segreti o su testi antichi che racconterebbero la storia di un Gesù diverso da quello che conosciamo.

Si è diffusa la leggenda metropolitana di una cospirazione manovrata dalla Chiesa cattolica, che avrebbe nascosto chissà quali segreti sulla vita di Gesù. Lo scopo di questa campagna di disinformazione, spacciata per verità storica, è quello di creare un Cristianesimo debole, facile da attaccare e mettere in discussione.

Dal punto di vista educativo, che cosa si può fare per affrontare il fenomeno in modo sereno e non allarmistico? L’Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI, può essere un’occasione per rinnovare l’impegno nell’evangelizzazione. Bisogna intensificare la formazione cattolica dei giovani, affinché non siano esposti al fascino di altre forme di pseudospiritualità e siano in grado di sostenere un dialogo vincente con i devoti delle nuove superstizioni.

La diffusione di film e libri che presentano l’immagine di un Gesù distorto non deve rappresentare un ostacolo sulla strada della nuova evangelizzazione. Al contrario, può trasformarsi in una preziosa opportunità per far riscoprire ai ragazzi il Cristo autentico e per ribadire le solide basi storiche della nostra religione.

Prendendo come spunto un romanzo o un film fuorviante, si potrà organizzare in parrocchia un incontro con i giovani, basato sulla verità. In questo modo, tanti ragazzi lontani dalla fede saranno incuriositi e potranno conoscere la bellezza più autentica del Cristianesimo. 

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ZENIT Staff

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