di Antonio Gaspari
CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 8 novembre 2012 (ZENIT.org) – “In questo tormentato momento in cui i giornali cercano di macchiare la Chiesa agli occhi dei fedeli non dobbiamo dimenticare che, anche nei momenti di maggior sofferenza, Dio manterrà sino alla fine dei tempi le sue promesse sull’infallibilità della dottrina del Supremo Magistero. Anche quando tutto sembra avvolto nel buio, questa luce brillerà”.
Lo ha detto oggi lo scrittore Juan Manuel Prada, intervenendo nell’aula vecchia del Sinodo in Vaticano, al convegno di studio su Papa Giovanni Paolo I dal titolo Ostensus magis quam datus. Il convegno è stato promosso da L’Osservatore Romano e dal Messaggero di sant’Antonio in occasione dei cento anni dalla nascita di Albino Luciani.
Lo scrittore e opinionista spagnolo ha spiegato che la prematura e imprevista morte di Papa Giovanni Paolo I, il 28 settembre 1978 dopo un brevissimo pontificato di appena 33 giorni, commosse il mondo.
Papa Luciani che aveva lanciato innumerevoli testimonianze di bonarietà di simpatia e di semplicità come Vescovo di Vittorio Veneto e poi come Patriarca di Venezia iniziò il suo pontificato sotto il motto Humilitas.
Rifiutò l’incoronazione e la cerimonia di intronizzazione del suo inizio di pontificato venne sostituita con una semplice investitura. Nei pochi giorni da Pontefice, Giovanni Paolo I riuscì a creare una atmosfera di ottimismo e di rinnovamento intorno alla sua figura.
La sua morte improvvisa commosse tutta la cristianità, ma nel contempo una parte del mondo dei mass media, affascinata dal morboso, pieno di pregiudizi sulla Chiesa, ostile alla Santa Sede ed all’istituzione Pontificia. ha messo in moto “una gigantesca ondata di speculazioni giornalistiche, zeppe di teorie rocambolesche e cospiratorie, raccontando di scenari deliranti”. È stato così che per mesi e anni sono stati pubblicati e diffusi libri, film, romanzi, articoli, per sostenere la tesi dell’assassinio di Giovanni Paolo I.
Prada ha precisato che, nonostante l’assoluta mancanza di un benché minimo indizio, è stata diffusa l’idea che Giovanni Paolo I sia stato avvelenato e i mandanti del presunto assassinio sarebbero stati interessi mafiosi, logge massoniche con agganci in Curia, conservatori e progressisti che per ragioni diverse temevano i progetti innovativi di Papa Luciani.
Lo scrittore spagnolo ha fatto l’analisi di una lunga lista di libri e film più o meno noti che hanno esasperato l’immaginazione pur di diffondere la leggenda del Papa avvelenato.
Obiettivo di queste pubblicazioni è stata quella di presentare il Vaticano come un covo di intrighi, lotte di potere tra le alte gerarchie ecclesiastiche, descritte come una sorta di società segrete dedite alla cospirazione e all’adulterazione del Vangelo.
“In questo difficile momento – ha concluso Prada – nel quale il fumo di cui parlava Paolo VI continua a essere presente in mezzo a noi, la natura martoriale della chiesa fedele, con a capo Benedetto XVI, risplende più che mai. Che San Michele Arcangelo lo difenda nella lotta”.