Dov'è la mia tana?

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, mercoledì, 3 ottobre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Questi versetti del Vangelo di Luca ci portano in cammino con Gesù verso Gerusalemme, dove si compirà la sua Pasqua. Tre personaggi, tre “tali”, come vengono chiamati nel Vangelo, si presentano a Lui desiderosi di seguirlo. È questo un sano desiderio di sequela scritto nel cuore dell’uomo, ma cui non è possibile anteporre nessun’altra priorità. In queste figure è rappresentato ogni uomo, ciascuno di noi, nel cammino dell’esistenza. Siamo chiamati a rispondere al disegno del Padre su di noi, con la stessa risolutezza che ci mostra Gesù.

Meditazione

Tre dialoghi si intrecciano in questo breve Vangelo. Subito si coglie una sorta di attrito, di incomprensione nella comunicazione tra Gesù e i suoi interlocutori. Siamo quasi sorpresi per le risposte dure e taglienti che Egli dà a questi tali, così pieni di slancio nel volerlo seguire. Il Signore non ostacola l’adesione dell’uomo alla sua sequela, ma ne illumina la strada riportandolo a quelle esigenze forti che devono sempre motivare l’opzione per il Vangelo. C’è, in fondo, una sola decisione da prendere, espressa chiaramente dal contrasto tra il camminare di Gesù e l’arrestarsi di questi “tali” di fronte a necessità che ritengono essenziali. Camminare dietro al Signore significa libertà, imprevedibilità, lasciare a Lui la guida della nostra vita, uscendo dalle sicurezze e dagli schemi della nostra ragione. Questi “tali” ci richiamano invece alle mille sottili giustificazioni che ci fanno ritardare il passo, perché ci portano a riprenderci le nostre piccole “tane”: gli affetti, le pianificazioni, il voler tenere tutto sotto il nostro controllo, le nostre piccole o grandi difese. Sono queste le “tane” e i “nidi che rischiano di arrestarci. Seguire Gesù, dunque, significa stare per strada, con i piedi ben saldi nella realtà. Non significa, invece, acquistarsi una “tana”, o avere la certezza di evitare spiacevoli inconvenienti! Il dono del Battesimo ci responsabilizza in questo cammino quotidiano di obbedienza a Chi ci precede, fidandoci dei suoi passi. Facciamo un po’ di sosta, cadiamo, ci rialziamo, ma dobbiamo sempre riprendere il cammino! Fermarci, tornando tranquilli nelle tane delle nostre sicurezze, delle nostre vedute, dei nostri compromessi che ci sembrano così essenziali, significa perdere di vista le Sue orme e far perdere colore alla nostra esistenza.

Preghiera

«Il tuo fuoco consumi completamente tutto ciò che è mio, sicché niente di ciò che è mio rimanga in me, ma tutto sia tuo»(Sant’Agostino, Esposizione sul Salmo, 65,18), perché possa seguirti ogni giorno, senza calcoli, né compromessi, ma solo nella fiducia alla tua Parola. Amen.

Agire

Quali tane, quali esigenze tante volte antepongo alla Parola di Dio? Oggi voglio mettere in luce, scrivendole chiaramente, i tanti ostacoli e inutilità a cui sono attaccato e di cui potrei fare a meno.

Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane della Comunità Santi Quattro Coronati a Romatratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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