di Eugenio Fizzotti
ROMA, venerdì, 23 dicembre 2011 (ZENIT.org).- Dichiarando con estrema semplicità che la grazia di Dio gli concede di trascorrere con gioia per la quarta volta il Santo Natale nella Diocesi di Locri-Gerace di cui è Vescovo, Mons. Giuseppe Fiorini Morosini ha inviato a tutti i carissimi fedeli uno straordinario messaggio, formulando gli auguri più belli e invitando a riflettere su una tematica di notevole importanza nel territorio.
L’inizio del messaggio sottolinea che «a Natale, più che in ogni altra festa, ci auguriamo la pace, la serenità, la felicità. Sappiamo come sia difficile oggi questo augurio, stretti come siamo dalla contingenza economica, che, in alcuni momenti, sembra sommergerci e negarci ogni barlume di speranza. Ma dobbiamo reagire con fede».
E proprio nella profonda e autentica prospettiva della fede Mons. Morosini pone una domanda particolarmente significativa: «Come possiamo dimenticare che il senso religioso del Natale è la consapevolezza che Dio si è fatto uomo per dirci che non ci abbandona e che quando tutto sembra buio fitto lui sa accendere per noi una luce di speranza? La notte di Natale ascolteremo dalla Bibbia: Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, perché un bambino ci è stato donato. Ma c’è un’altra speranza a nostra portata, la cui esistenza dipende tutta da noi: l’unione familiare».
Ed ecco emergere come nucleo centrale l’invito a prendere in considerazione la famiglia, per la quale è in programma una grande festa a livello diocesano il prossimo 6 maggio, alla cui intimità tutti legano la gioia del Natale, «pensando, soprattutto noi adulti, agli indimenticabili momenti dell’infanzia, carichi di tanta dolcezza, quando la famiglia, riunita attorno al tavolo imbandito con i cibi caratteristici della nostra tradizione, sentivamo la gioia di stare assieme». E riconsiderando, così come risulta dalla bella tradizione della Locride, che la famiglia è «il dono grande che Dio ci ha fatto», Mons. Morosini rileva che è necessario nel contesto attuale «garantire ai giovani questa esperienza dolcissima che ci portiamo nel cuore», il che significa «amare la famiglia, proteggerla dagli assalti ai quali oggi è sottoposta, difendere i valori che la famiglia cristiana porta con sé, pregare per la famiglia e pregare in famiglia».
Come conseguenza autorevole e significativa di tale stile di agire risulterà che la famiglia diviene «la grande scuola nella quale i figli imparano i grandi valori della vita, soprattutto l’amore vero: quello che diventa dono per la persona amata; ed è scuola di unità di servizio, di laboriosità, di onestà, di religiosità, di legalità».
È quindi comprensibile il richiamo a tutti i fedeli della Diocesi di approfittare della Festa del Santo Natale per rinsaldare tra loro i vincoli di amore, di comunione e di unità, senza lasciarsi tentare dalla voce ammaliante della separazione e dell’infedeltà che, se viene ascoltata, fa precipitare la famiglia nell’abisso del disagio. Ciò che allora occorre attivare è «il superamento di ogni discordia e di ogni tentazione per amore dei figli, che vi guardano, e con l’aiuto della preghiera dialogare molto tra voi e con i figli. E sappiate perdonarvi scambievolmente e riconciliarvi: fratelli con fratelli, genitori tra loro e con figli, tra parenti tutti e amici di un tempo».
E dopo aver invitato tutte le coppie a partecipare a un incontro il prossimo 4 gennaio alle ore 18.30 a Locri, Mons. Morosini dichiara in termini quanto mai accoglienti che «la dolce poesia del Natale ha il potere di indurci alla riconciliazione» e con estrema e piacevole semplicità dice a tutti i fedeli della Diocesi di Locri-Gerace: «prego per tutti voi e invoco la benedizione del Signore, soprattutto su quelle famiglie che sono state provate dal dolore per lutti, per gravi malattie, per la perdita del lavoro e per ristrettezze economiche» e si augura che «Gesù splenda su tutti come sole di speranza».